Contratto del Parastato: primo atto di un'incredibile farsa
In allegato il volantino da scaricare
Si è consumato nella giornata di ieri il primo atto della farsa relativa al rinnovo del contratto degli E.P.N.E. Dopo l’irrituale e frettolosa apertura del 23 luglio, che ha visto l’ARAN consegnare alle OO.SS. un primo e parziale documento, con una brusca accelerazione, dettata dalla necessità di chiudere in tutta fretta il contratto, prima che “ i lavoratori vadano in ferie” (sic!), ieri è stato riconvocato il tavolo negoziale, che è entrato nel vivo delle questioni.
La RdB CUB P.I. ha espresso immediatamente al tavolo la propria ferma posizione di contrarietà rispetto ai contenuti della bozza, che si presenta come una sorta di fotocopia riveduta, e in qualche parte corretta, del contratto dei ministeri, senza tener alcun conto di quelle che sono le giuste rivendicazioni dei lavoratori e delle necessità organizzative e funzionali dei vari Enti del comparto.
Vengono infatti ignorate completamente tutte le problematiche che investono direttamente gli Enti, a partire dalla questione dell’ordinamento professionale.
Nella bozza viene riproposta la ripartizione in tre aree professionali, A B C, varata nel lontano 1998, senza tener conto dell’evoluzione dell’organizzazione del lavoro che si è verificata in tutti questi anni. All’interno di ciascuna area si prevedono tante posizioni economiche (quante non è ancora dato sapere!!!) ed un’unica posizione di accesso, coincidente con quella iniziale dell’area.
Come abbiamo più volte avuto modo di sottolineare, anche se tale modalità consentirebbe il superamento dell’ostacolo della riserva dei posti all’esterno, ma solo all’interno delle aree, non risolverebbe affatto il problema dei passaggi da un’area all’altra. Inoltre, con questo meccanismo, le mansioni all’interno dell’area saranno esigibili per tutti, determinando la situazione paradossale per cui tutti faranno tutto ma a differenza stipendiale: quale differenza anche qui non è dato sapere, perchè anche su questo terreno, si discute a scatola chiusa.
Il problema del mansionismo, che riguarda in particolar modo tutti i lavoratori dell’area A e dell’ area B di tutto il comparto e contro il quale la RdB si sta battendo ormai da tempo in tutti i modi , fino a giungere allo sciopero della fame che ormai da quattro giorni i delegati nazionali della RdB INPS stanno effettuando, non viene minimamente affrontato, quasi come se non esistesse.
Mentre non c’è stata alcuna attenzione nei confronti del fenomeno del mansionismo, si fa rientrare dalla finestra una sorta di vicedirigenza, istituendo gli incarichi di “elevata professionalità” e prevedendo per queste figure una diversa struttura del salario, con una retribuzione di posizione ed una di risultato perfettamente coincidente con quella della dirigenza, salvo che nel finanziamento che viene messo a carico…del fondo dei lavoratori delle Aree A B e C!
Del tutto inutile il tentativo di convincerci che non si tratta della vicedirigenza, ma di incarichi revocabili legati alla “funzione” , anche perché non abbiamo mai visto nei nostri Enti revocare incarichi, affidati per lo più in modo clientelare.
Un’altra “perla” contenuta nella bozza e proveniente direttamente dal Memorandum, è la valutazione dell’apporto individuale direttamente collegata all’incentivo e all’eventuale sviluppo nelle posizioni economiche , anche sulla base “del grado di soddisfacimento dei cittadini e dell’utenza , registrato mediante rilevazioni ed indagini dirette”.
Le esperienze già messe in atto e fallite in alcuni Enti del Comparto non hanno impedito di rendere omaggio al Memorandum, che utilizza pretestuosamente tali strumenti per parlare di efficienza della Pubblica Amministrazione, ignorando volutamente che la vera efficienza passa attraverso la valorizzazione del servizio pubblico, e conseguentemente dei suoi lavoratori e della loro professionalità.
Se questa è la parte iniziale del contratto … immaginiamo il resto!
Siamo convinti della necessità di una seria ed approfondita discussione su un rinnovo contrattuale quadriennale, non condizionata al contrario dalla fretta di chi vuole a tutti i costi recuperare un anno e mezzo di vuoto contrattuale in una sola settimana, per poter anestetizzare i lavoratori con quelli che rischiano di essere quattro soldi di arretrati, prima delle elezioni RSU del prossimo novembre.
Nonostante quello che pensa qualcuno, la partita non è ancora chiusa…il contratto nazionale è troppo importante per essere liquidato in poche battute con la fretta di andare al mare, mentre è necessario prendersi tutto il tempo che occorre per affrontare e risolvere i problemi dei lavoratori del comparto, a partire dall’ordinamento professionale.