CONTRATTO INTEGRATIVO INPS 2012. USB, SE RESTA COSI' NON LO FIRMIAMO
Comunicato n.69/12
Si è tenuto ieri il terzo incontro per la definizione del contratto integrativo di ente. La delegazione di parte pubblica ha dichiarato che non è il momento di stravolgere la retribuzione, rinviando al 2013, in un’ottica di integrazione, eventuali interventi sui diversi istituti del salario accessorio (SAP – TEP – MAGGIORAZIONE TEP ecc.).
In sostanza, è stata respinta in blocco la nostra proposta, che mirava a rendere meno disgreganti le retribuzioni, lasciando all’amministrazione l’onere di finanziare integrazioni delle indennità e delle posizioni organizzative.
Era una proposta sicuramente perfettibile, sulla quale chiedevamo di aprire un ragionamento senza riserve, ma il criterio che la guidava era quello di non continuare a chiedere alla maggioranza dei lavoratori di finanziare le posizioni organizzative e le indennità di una minoranza, risolvendo così a proprie spese i problemi organizzativi dell’ente ed aumentando la forbice retributiva tra il personale.
L’amministrazione preferisce battere strade già conosciute, rifiutando per pigrizia, indifferenza ed inadeguatezza di seguire sentieri più impegnativi.
Il contratto integrativo 2012 sarà contraddistinto dal riconoscimento a tutti gli ispettori di vigilanza di un’indennità pari ad un responsabile di processo. Bene, abbiamo sostenuto la rivendicazione dei colleghi chiedendo tuttavia all’amministrazione di assumere un’iniziativa nei confronti del Governo per farsi riconoscere una quota delle maggiori entrate contributive a seguito degli accertamenti ispettivi da utilizzare per la contrattazione integrativa. Non c’è stato niente di niente. Il Presidente non ha mosso un dito in tal senso ed oggi l’indennità agli ispettori di vigilanza gliela paga quella maggioranza che da questo e dai precedenti contratti integrativi non ha ottenuto il dovuto ascolto.
Un paradosso organizzativo che si viene a determinare nell’Area ispettiva è la costituzione di un’unità operativa della Vigilanza, governata da un ispettore di vigilanza che non percepirà per tale incarico un euro in più degli altri ispettori e continuerà ad effettuare gli accertamenti fuori sede. Si sono inventati la posizione organizzativa a chilometro zero, pardon, a retribuzione zero, che nel modo in cui è congegnata è priva di significato.
Per quanto riguarda i funzionari che seguono il contenzioso dell’invalidità civile, l’amministrazione assegna a tale personale una maggiorazione del coefficiente individuale di attribuzione degli incentivi nella misura del 25%. Non ci sembra la soluzione più appropriata. Pur rimanendo contrari in via generale alle indennità, avevamo provato con la nostra proposta a seguire ragionamenti diversi, a partire dall’esigenza di razionalizzare la distribuzione dell’incentivo riportando tutto il personale a parametro 100 ed agendo su altri istituti. Ma tant’è, i nostri ragionamenti sono stati respinti dall’amministrazione e non sostenuti dalle altre organizzazioni sindacali.
Ieri l’amministrazione ha messo sul piatto altre due proposte:
l’estensione della possibilità di attribuzione delle posizioni organizzative a tutta l’Area C;
il riconoscimento di un’indennità o comunque di un surplus economico a chi svolge attività di consulenza.
Molti sanno come la pensiamo sulla prima delle due proposte. Abbiamo sempre sostenuto che le posizioni organizzative dovessero rimanere in capo ai livelli economici C4/C5, per costringere l’amministrazione a bandire le selezioni e per non svalutare la funzione direttiva. Con la soluzione odierna, appoggiata da tutto il resto del tavolo sindacale, si chiude il cerchio. L’amministrazione potrà agire ancor di più in modo discrezionale, potendo scegliere senza alcun controllo tra una più vasta platea di lavoratori. E che fine faranno i bandi già emanati, come per esempio quello per la Direzione Generale? A nostro parere non si possono certo cambiare le regole in corsa. E’ invece necessario ridiscutere per il futuro i criteri con i quali si assegnano le posizioni organizzative, per ottenere trasparenza e imparzialità, altrimenti il clientelismo e l’abuso di potere continueranno a proliferare.
Per quanto riguarda un’eventuale indennità al personale che svolge attività di consulenza, ci sembra, oltre che un ulteriore aggravio di costi sul fondo, un altro elemento di divisione tra i lavoratori, che complica i problemi piuttosto che semplificarli e, possibilmente, risolverli. Innanzitutto c’è da individuare la platea di destinatari di tale compenso. Per esempio: l’amministrazione riconoscerà anche al personale di Area B lo svolgimento di attività di consulenza? Già in passato dalla Direzione Centrale Organizzazione ci sembra che a questa precisa domanda si sia risposto negativamente.
Su alcune questioni specifiche continuano a non arrivare risposte:
Perché c’è ancora personale delle Aree A e B che non percepisce il SAP, rispettivamente di €45 e €60 mensili?
Perché non si riconosce il TEP (€90 mensili) al personale entrato in Istituto tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2010?
Quanti sono i C1 e C2 che non percepiscono la maggiorazione del TEP di €30 mensili e quanti i C3, C4, C5 ai quali non è assegnata quella pari a €70 mensili?
Non sarebbe il caso di cominciare ad omogeneizzare e razionalizzare i diversi istituti, anche sul piano della quantificazione economica, prima di avviare l’integrazione con gli enti soppressi?
Ed è così sicura l’amministrazione di poter integrare i tre contratti integrativi di INPS-INPDAP-ENPALS già nel 2013, quando non solo non ci saranno ancora risorse aggiuntive per il Fondo, ma se non cambia la Legge di stabilità avremo la spada di Damocle del furto dei progetti speciali? Abbiamo ben presente tutti che solo il riconoscimento del parametro unico dell’incentivo anche ad INPDAP e ENPALS sarebbe pagato in modo prevalente, se non esclusivo, dai lavoratori dell’INPS?
Noi siamo assolutamente favorevoli all’integrazione dei tre enti, anche se confermiamo il nostro giudizio negativo sulla soppressione di INPDAP e ENPALS, come abbiamo più volte spiegato. Tuttavia bisogna restare con i piedi ben piantati in terra e governare con saggezza una fase che si annuncia difficile.
Non ci sembra, quindi, un’azione di lesa maestà se obiettiamo al Governo che non può prevedere dei decreti attuativi di norme come la soppressione di INPDAP e ENPALS e la loro incorporazione in INPS e poi “dimenticarsi” di pubblicare tali decreti, nella convinzione che tanto l’INPS andrà avanti lo stesso nel processo di integrazione. E di questo processo vorremmo essere informati prima che parta a livello territoriale la riorganizzazione logistica e funzionale, per poter dare il nostro contributo. E’ chiedere troppo?
La riunione di ieri è stata aggiornata al pomeriggio del 20 dicembre. L’impressione è che si andrà a chiudere. Come? Lo vedremo. Per il momento, lo ripetiamo, il contratto così com’è non ci soddisfa.
L’amministrazione si è impegnata ad attivare quanto prima l’iter per la revisione del tasso d’interesse di mutui e piccoli prestiti. Sui prestiti sollecitiamo anche la cancellazione degli inutili contingenti trimestrali.