Contratto integrativo INPS, passi avanti nella trattativa
CONTRATTO INTEGRATIVO – PASSI AVANTI NELLA TRATTATIVA
(33/23) La trattativa fra Amministrazione e sindacati per il CCNI 2022-23 è proseguita martedì 30 maggio 2023, dopo una lunga pausa. Tuttavia, la bozza di accordo aggiornata è stata fornita solo durante la riunione e di conseguenza sono state possibili solo osservazioni provvisorie, con riserva di formulare proposte scritte all’esito di un esame approfondito del documento.
Il nuovo documento è senz’altro migliorativo e accoglie alcune delle richieste formulate da USB nelle precedenti riunioni.
In particolare, è stato precisato il diritto al TEP per i nuovi assunti dopo un anno di servizio compiuto in qualunque momento (eliminando il collegamento alla data fissa del primo gennaio) ed è stata inserita la maggiorazione dell’incentivo per i lavoratori che non hanno conseguito la progressione orizzontale al 01/01/2022.
Cancellata l’inaccettabile previsione di un punteggio legato alla titolarità di posizione organizzativa per i passaggi orizzontali con decorrenza 01/01/2023 e migliorata la modulazione del peso relativo attribuito ai criteri per la formazione della graduatoria (valutazione al 40% - il minimo ammesso dalla norma – anzianità di servizio al 35% e titolo di studio al 25%).
Scongiurato anche l’aumento stratosferico degli importi che si intendeva riservare alle posizioni organizzative già più elevate delle altre.
Per quanto riguarda il numero delle progressioni orizzontali, la nuova bozza lo aumenta fino ad arrivare al 40% di coloro che non la hanno ottenuta al 01/01/2002. Viene però ridotto a 3 anni il periodo di blocco tra una progressione e l’altra e ciò – anche ipotizzando un ulteriore 40% con decorrenza 01/01/2024 - comporterebbe l’esclusione di oltre 2500 lavoratori dal passaggio nel triennio 2022 – 2024. Nel 2025 tornerebbero a concorrere i vincitori con decorrenza 2022.
USB ritiene che nessuno debba avere un secondo passaggio prima che TUTTI abbiano ottenuto il primo: la diversa decorrenza è più che sufficiente come criterio di selettività. Quindi o si aumenta il numero dei passaggi per anno fino a coprire la totalità dei lavoratori (nella consapevolezza della conseguente riduzione dell’incentivo) o si ritorna ai 4 anni di blocco.
Nel corso della discussione è stata formulata un’interpretazione della norma contrattuale secondo la quale il blocco di 3 anni escluderebbe i vincitori con decorrenza 01/01/2022 dal poter concorrere per la decorrenza 01/01/2025. La cosa non ci convince e dovrebbe essere verificata senza ombra di dubbio prima di assumere ogni decisione e tuttavia si tratterebbe comunque, nei fatti, di un intervallo minimo di 4 anni tra un passaggio e l’altro. L’unica alternativa è aumentare i posti.
In merito al peso relativo dei criteri per la formazione della graduatoria, USB chiede che il peso relativo dell’anzianità venga portato al 40% e che venga attenuata la differenza di punteggio tra i diversi titoli di studio.
Contestiamo l’utilizzo delle pagelle per la parte relativa alla valutazione. Considerando la smisurata discrezionalità delle valutazioni, gli inaccettabili ritardi nella consegna delle pagelle e la “balcanizzazione” dei punteggi troppo legati alla fortuna di lavorare in una sede o nell’altra, sia il 2021 che il 2022 devono essere considerati sperimentali e sostituiti dal coefficiente di merito individuale. Anche per questo criterio è opportuno ridurre la “forbice” tra i diversi punteggi conseguiti.
Ribadiamo la richiesta di soluzione al parametro di liquidazione dell’incentivo degli Ispettori, che sono stati ingiustamente esclusi da quello spettante alle strutture di produzione a seguito del loro incardinamento nelle direzioni regionali, mentre continuano a prestare servizio nei territori.
Ribadiamo la richiesta di uniformare l’importo del TEP a 490 euro al mese per tutti.
Confermiamo la nostra contrarietà al sistema di finanziamento delle posizioni organizzative e dell’organizzazione del lavoro, totalmente a carico del fondo incentivante e che dovrebbe invece essere pagato con altre risorse dell’ente, quantomeno per la parte eccedente i 2600 euro annui per ogni posizione. Ricordiamo ancora una volta l’assurdità di un sistema che apparecchia un “banchetto delle indennità” al quale ogni specificità reclama la propria parte lasciando esclusi gli addetti alle attività che sono il cuore e il motivo di essere dell’Istituto, dalle pensioni alle entrate agli ammortizzatori sociali. Amministrativi, CPS e Analisti hanno forse il solo torto di essere in troppi e sono condannati a restare a guardare.
Parimenti contrari siamo a destinare una quota del fondo (TEPI) all’incentivazione individuale ed una ai “superbravi”.
Confermiamo infine la nostra valutazione totalmente negativa riguardo all’introduzione dei progetti locali, per i quali peraltro il ritardo appare ormai incolmabile.
A margine della riunione, USB ha chiesto formalmente che con la mensilità di giugno venga finalmente liquidato il TEPI 2021 (il cui inaccettabile ritardo è uno dei tanti effetti malefici delle pagelle) e un “presaldo” dell’incentivo 2022.
La trattativa proseguirà martedì 6 giugno alle 10:30.