CONTRATTO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: UN RINNOVO CHE ATTACCA I DIRITTI FONDAMENTALI DI TUTTI I LAVORATORI PUBBLICI

In allegato l'articolo pubblicato sul quotidiano "Italia Oggi"

Milano -

 

Segnaliamo all'attenzione dei colleghi l'articolo (che trovate in allegato) pubblicato oggi sul quotidiano "Italia Oggi".


Si iniziativa del Ministro Brunetta si vuole introdurre la settimana lunga, da 36 a 38 ore, per i lavoratori della presidenza del Consiglio.


L'unica voce contro è quella della RdB-CUB.


Se consideriamo quanto sta succedendo nel nostro Ente, con la proposta sullo straordinario da utilizzare per ampliare l'apertura degli sportelli, propedeutica ad una inevitabile modifica dell'orario di lavoro, deduciamo una perfetta sintonia tra l'Amministrazione dell'INPS ed il Ministro Brunetta, all'insegna del principio: "più lavoro meno salario".

 


RdB-CUB INPS Milano-Gioia

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA


CONTRATTO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: UN RINNOVO CHE ATTACCA I DIRITTI FONDAMENTALI DI TUTTI I LAVORATORI PUBBLICI




Con il rinnovo del CCNL della Presidenza del Consiglio, scaduto ormai da 40 mesi, si vuole far passare un attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori pubblici: orario di lavoro, applicazione erga omnes del contratto e relazioni sindacali. Questo attacco va al di là dello specifico Comparto e ha come obiettivo quello di indebolire la resistenza dei lavoratori ai processi di destrutturazione in atto nella Pubblica Amministrazione, e avviene con la complicità di Cisl e sindacati autonomi (la Cgilnon è presente in quanto non rappresentativa nel Comparto).


Nell’incontro di ieri presso l’Aran, si è proposto di rimettere in discussione l’orario settimanale di lavoro aumentandolo dalle attuali 36 ore a 38 ore, con un salto indietro nel tempo di oltre 20 anni, e finanziando l’operazione con fondi già erogati ad altro titolo ai lavoratori; di escludere dall’applicazione di questo contratto il personale dipendente dal CIPE e dal dipartimento del Turismo e dello Sport, che rappresenta circa il 10% del personale del comparto, sancendo di fatto che in Italia possono esistere lavoratori a cui non si applica alcun contratto; di escludere i sindacati rappresentativi che non firmano il contratto e le RSU dal confronto con la controparte in merito ai processi di ristrutturazione e privatizzazione dell’Amministrazione.



“In questo l’Aran si trova schiacciata tra le pressioni politiche provenienti da Palazzo Chigi, fortemente interessata agli spot contro i cosiddetti fannulloni, e una normativa che dovrebbe impedirgli questi stravolgimenti”, chiarisce Giuliano Greggi, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. “E’ anche evidente come i sindacati che stanno fiancheggiando questa operazione abbiano abbandonato qualsiasi intenzione di difendere i diritti dei lavoratori, quei diritti che loro stessi hanno contribuito a conquistare tanti anni fa. La RdB-CUB Pubblico Impiegoha già dichiarato che non si renderà disponibile né tanto meno complice di quanto si sta compiendo in questi giorni all’Aran. Anzi, rilancia sul terreno del contrasto e della lotta in tutte le sedi possibili, ad iniziare dalla manifestazione nazionale di sabato 28 marzo a Roma”, conclude Greggi.


 

Roma, 26 marzo 2009



  



Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego - Confederazione Unitaria di Base

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