CONTROLLI DEL GREEN PASS: TANTA BUROCRAZIA E POCA SICUREZZA

Nazionale -

(127/21) Da settimane sosteniamo che la certificazione verde Covid 19 (cosiddetto green pass) richiesta per l’accesso ai posti di lavoro non è uno strumento sanitario e rischia di essere utilizzato solo in chiave disciplinare e repressiva.  Quanto accadrà da oggi all’Inps riguardo il controllo del green pass ci dà pienamente ragione.

Inoltre, abbiamo ripetutamente chiesto la fornitura gratuita di tamponi per tutti i lavoratori su base volontaria, in quanto la normativa in materia di sicurezza sul lavoro prevede che nessun costo debba ricadere sui lavoratori stessi e il costante monitoraggio del personale può risultare utile anche nei confronti di chi è vaccinato, perché come è noto non si è del tutto affrancati dal pericolo di contrarre il virus.

All’Inps i controlli relativi al possesso di green pass sono stati finora effettuati, a partire dal 15 ottobre, in prevalenza da personale esterno addetto alla vigilanza delle sedi. Sulla legittimità di tale modalità abbiamo espresso molti dubbi, arrivando a diffidare l’Amministrazione dal servirsene.

Abbiamo anche sostenuto che i controlli debbano avvenire prima dell’accesso in sede e per tutti i lavoratori, in modo da non vanificare completamente il già non ottimale livello di sicurezza e da evitare possibili risvolti disciplinari per chi non è in possesso della certificazione verde.

Con il Messaggio Hermes numero 3699 del 28 ottobre 2021 l’Inps è andato  ancora una volta nella direzione sbagliata e ha deciso di eliminare i controlli all’ingresso delle sedi, adottando la procedura messa a punto dalla SOGEI che pesca le informazioni sul possesso del green pass direttamente dalla banca dati del Ministero della Salute, che sarà aggiornata quotidianamente, senza tuttavia intervenire sulla procedura SAP che gestisce le timbrature del personale. I controlli saranno fatti dai cosiddetti “verificatori” fino alle ore 10.30, quindi anche in un momento successivo all’ingresso nelle sedi, rendendo perfettamente inutile dal punto di vista della sicurezza la verifica del possesso della certificazione verde. Il virus sarà eventualmente libero di circolare dalle ore 7.30 alle ore 10.30, quando gli elenchi del personale saranno messi a disposizione delle risorse umane e individuati i lavoratori sprovvisti di green pass. Sarebbe bastato intervenire su SAP per mettere in relazione automaticamente la procedura che registra le presenze dei lavoratori con i dati forniti dal Ministero della Salute. In tal modo al momento di passare il badge si sarebbe potuto immediatamente verificare in modo automatizzato il possesso o meno della certificazione verde. La modalità scelta dall’Amministrazione abbassa i livelli di sicurezza e serve unicamente a dare ai controlli una finalità repressiva.

 

Un altro ottimo motivo per aderire allo sciopero di due ore che sarà indetto dalla USB Inps, per chiedere maggiore sicurezza agli sportelli e nelle sedi, per denunciare l’inutilità del green pass ed opporsi al rientro generalizzato in presenza, per esprimere il dissenso all’accesso allo sportello senza prenotazione finché perdurerà l’emergenza sanitaria, per respingere la valutazione individuale e le pagelline, per bloccare un processo di riorganizzazione inutile e dannoso come quello del “reassessment”.

 

La diffusione del virus in questi giorni sta tornando ad aumentare e le prossime settimane saranno cruciali per capire se effettivamente la campagna di vaccinazione e le altre misure adottate siano risultate determinanti per il superamento dell’emergenza sanitaria. Abbassare la guardia ora è un errore che potrebbe rivelarsi decisivo nella lotta al virus.

 

La tutela della salute prima di tutto. Un motivo in più per scioperare con USB e rafforzare il sindacato di base dell’Inps.

 

Roma, 2 novembre 2021                       USB Pubblico Impiego INPS