DA QUALE PULPITO?

Comunicato n. 36/08

Roma -

 

In qualità (si fa per dire) di consigliere economico, l’attuale ministro contro la Pubblica Amministrazione ha collaborato precedentemente con i governi Craxi, Amato e Ciampi, ottenendo sempre mirabili risultati. Il rapporto debito pubblico-PIL è infatti salito dal 70 al 92% di colpo e il debito pubblico in quegli anni è balzato da circa 400.000 a un milione di miliardi di lire. Vedere per credere.

Tra gli euro-parlamentari è stato, inoltre, uno dei più assenteisti in assoluto, con una percentuale di presenze che complessivamente si è attestata intorno al 48% appena. Peggio di lui hanno fatto in pochi: Pannella, Veltroni, Mastella e Dell’Utri.

Se poi andiamo a verificare i dati relativi alle presenze in ambito nazionale dei nostri  parlamentari, dipendenti pubblici per eccellenza, forniti di recente dal Sole 24 ore, si potranno registrare incredibili picchi di assenze perfino in occasione delle votazioni.

In molti altri casi, resta solo un formale atto di presenza sul quale sarebbe preferibile stendere un velo pietoso (...).

Ma poiché al peggio non c’è rimedio, il ministro contro la Pubblica Amministrazione oggi risulta pure titolare della cattedra di Economia del Lavoro presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Con compenso e senza impegno. A tal punto che è stata finanche avviata un’indagine conoscitiva in merito nel rispetto della cosiddetta Operazione Trasparenza voluta circa tre mesi fa dalla stesso ministro.

Insomma, non si riesce a capire perché mai il doppio (o triplo, con le consulenze) lavoro porti lustro e credito sociale ad un tal professore universitario, comunque  assenteista e inadempiente, mentre ai pubblici dipendenti viene da un simile soggetto decurtato lo stipendio ed anche paventato il licenziamento, senza giustificato motivo. 

Da quale pulpito viene la predica?  Di quale moralità si ciancia?  E perché?

L’amara considerazione da fare è che purtroppo oggi le regole valgono solo per i comuni mortali, mentre ai potenti tutto è ancora una volta concesso. Senza problemi.

Le caste degli “intoccabili” di fatto continuano a dormire sonni tranquilli. Non risultano infatti minimamente scalfiti gli interessi di notai e farmacisti, baroni delle università e primari ospedalieri. La mannaia si abbatte inesorabile sui dipendenti pubblici e basta.

E allora il sospetto diventa certezza.

Tutto è stato in realtà programmato per fare cassa. Preordinato al fine di privatizzare interi settori della Pubblica Amministrazione. Per delegittimarla definitivamente e poi  sostituirla con qualcosa di ignobile e aberrante allo stesso tempo: gli interessi di pochi. 

Mentre al vile Maramaldo di turno non resta che completare l’opera da altri intrapresa.

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio