DOPO L'OTTO MARZO

Comunicato n. 06/17

Nazionale -

Diciamo subito che abbiamo voluto contare fino a dieci ed aspettare almeno 48 ore prima di fare commenti o esprimere pareri che rischiavano di essere strumentali. Troppo importante l’appuntamento dell’altro ieri per scendere preventivamente in diatribe che alla fine lasciano il tempo che trovano.

Un evento di portata internazionale che ha visto sfilare in centinaia e centinaia di piazze in tutto il mondo le donne dei settori pubblici e privati: NON UNA di MENO.

Ma ora che le chiacchiere stanno a zero, pensiamo sia corretto fare mente locale.

Vogliamo perciò rammentare che la giornata di sciopero, alla quale ovviamente la USB ha aderito, è stata indetta ed organizzata in 40 paesi del mondo da un vasto cartello di movimenti ed associazioni in difesa delle donne con manifestazioni che variegate si sono susseguite a tappeto in molte capitali europee ed extraeuropee.

Non si è trattato perciò di una singola iniziativa a carattere locale, come qualcuno ha provato a equivocare né, tanto meno, del solito simposio culturale celebrativo.

In realtà, proprio per consentire una massiccia partecipazione alle manifestazioni autogestite delle donne che lavorano, da varie parti era stato fatto appello a tutte le OOSS perché facessero confluire i loro sforzi in una giornata di mobilitazione e di decidessero infine ad indire lo sciopero, travalicando per una volta le sigle di appartenenza.

Perché nessuno può mettere il cappello, per beceri interessi di bottega, sopra una iniziativa del genere, specie quando l’appello si fa accorato.

Ebbene almeno tra le mura amiche del nostro Istituto purtroppo così non è stato.

La CGIL ha infatti pensato bene di rompere il fronte unitario programmando nella stessa giornata dello sciopero una assemblea commemorativa in DG, peraltro nel totale dispregio della normativa vigente. E questo mentre il mondo ti sfila contro.

Succede perché non si ha abbastanza coraggio o non si prende in considerazione la base, aumentando la frattura esistente tra chi si ritiene depositario della verità e la gente, senza neppure provare a comprendere quello che sta accadendo.

Così ti capita di eludere gli appuntamenti che fanno la Storia per organizzare simposi. Comprendiamo perfettamente la rabbia e la delusione di tantissime militanti CGIL che da diversi giorni hanno lamentato sul web l’assenza della loro organizzazione.

Ma siccome al peggio non c’è mai fine il fondo è stato toccato dalla giustificazione addotta ieri dai 3 sindacati tradizionalmente concertativi allorché, arrampicandosi sugli specchi, hanno dichiarato che “questo sciopero avrebbe privato le donne dei servizi essenziali” (ANSA di giovedì 9 marzo).    

Dentro quello che resta del nostro Istituto di peggio poteva fare soltanto la UILPA Lazio che, non a caso, nella stessa giornata in cui la USB aveva indetto da tempo l’assemblea nazionale di tutti i lavoratori tramite videoconferenza (vedi locandina allegata) ha rimuginato bene di indirne un’altra, questa volta a livello regionale in DG, con l’unico scopo di mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole dare gambe alle nostre vertenze e, con una iniziativa che da nord a sud si ribella a questo stato di cose diventato ormai insopportabile, vuole comunque procedere e andare avanti.

E pensare che senza l’orpello di queste OOSS potremmo correre tutti insieme per far valere davvero i nostri diritti, come le donne di tutto il mondo solo 48 ore fa ci hanno insegnato…