DOVE VA L' AREA INFORMATICA?

Comunicato n.61/06

Nazionale -

In una sala Aldo Moro gremita si è svolta, lo scorso martedì 12/12, la tanto attesa assemblea del personale informatico dell’Istituto.

Ha introdotto i lavori Mimmo Provenzano (Federazione Nazionale RdB-CUB) il quale, nel sottolineare l’importanza fondamentale che riveste l’area informatica nell’Istituto e la sua natura essenzialmente pubblica, ha subito sollecitato il recupero non più rinviabile di una dimensione storica indispensabile.

Senza questa presa di coscienza da parte di tutti, sarà molto difficile, considerato l’imminente accorpamento degli enti e delle attività, poter rivendicare in seguito una qualunque autonomia.

Il problema di fondo è quello che oggi l’informatica dipende in misura sempre maggiore dalle ditte esterne, mentre bisognerebbe tornare ad investire nella formazione professionale dei dipendenti di quest’area, per rilanciarne sviluppo e progettualità.

Il successivo intervento del dott. Dionigi Spadaccia, direttore centrale DCSIT, pur contestato in diversi punti (gestione definita "saltuaria" dei processi esterni, contributo ritenuto comunque "determinante" da parte delle ditte), è stato tuttavia illuminante(!!!!) per altri versi (alcune anticipazioni sui nuovi appalti, "adattamento necessario" dell’Istituto alla realtà odierna per mantenerne quanto meno il controllo).

La sensazione generale, tra rabbia e sconforto, è stata quella che si sta operando di fatto per lo smantellamento progressivo non dell’area, ma dei suoi operatori, che non a caso l’Amministrazione ritiene "obsoleti".

Dal ricco dibattito che ne è scaturito sono emersi, in particolare, due aspetti: il decisivo rilancio del ruolo dell’operatore informatico ed il netto rifiuto della ventilata trasformazione del personale informatico nei ruoli amministrativi dell’Ente.

La proposta RdB dell’immediato ripristino dell’apposita commissione, troppo a lungo e non velatamente osteggiata, rappresenta ora uno degli strumenti più adatti, insieme alla mobilitazione, per invertire la rotta.