ENNESIMA RIORGANIZZAZIONE ALL’INPS: È IL DE PROFUNDIS DELL’INFORMATICA PUBBLICA
(78/22) Questa mattina l’amministrazione ha convocato il tavolo sindacale nazionale per discutere la proposta di nuovo “Ordinamento delle funzioni centrali e territoriali dell’Inps”, documento che non è possibile inviarvi perché pesa 3Mb mentre il limite imposto alle organizzazioni sindacali è rimasto di 150Kb. Ovviamente questa scelta non ha nulla di tecnico ma è una presa di posizione politica per impedire che le lavoratrici e i lavoratori ricevano un’informazione tempestiva e completa. A questo punto è necessario che rivendichiate voi stessi il diritto ad essere informati senza dover utilizzare strumenti alternativi che aggirino l’autoritarismo dell’amministrazione.
L’ennesima riorganizzazione, che guarda essenzialmente alla direzione centrale e si disinteressa del territorio, probabilmente sarà varata nella prossima riunione del CdA e presentata a tutti i dirigenti dell’Inps nell’annunciata convention nazionale del 7 settembre.
L’intervento più pesante è sull’informatica. In ogni direzione centrale ci sarà un ufficio della DCTII dedicato e il personale informatico coinvolto dipenderà gerarchicamente dal direttore centrale di quella direzione e funzionalmente dal direttore centrale della tecnologia informatica, un ibrido che determinerà problemi gestionali contribuendo allo smantellamento dell’informatica intesa nella sua interezza organizzativa e operativa. Quali sono le esigenze che hanno portato ad una simile decisione? A questo si aggiunga che la società d’informatica 3-I SpA prenderà in carico le attività di sviluppo, manutenzione e gestione delle soluzioni software e dei servizi informatici. Gli informatici Inps che lo vorranno potranno andare a lavorare temporaneamente presso la 3-I SpA mantenendo per il momento il contratto pubblico in attesa di ricevere un’eventuale proposta di passaggio ad un contratto di lavoro privato. È il de profundis dell’informatica pubblica dell’Istituto, con buona pace di quanti continuano ancora oggi a ricordare l’epoca d’oro di Gianni Billia. Stanno riuscendo a trasformare l’Inps in un nano da giardino, simpatico passatempo per il mastino napoletano messo a guardia della casa padronale.
Nel frattempo, si rinnegano alcune scelte definite con la determinazione commissariale N. 119 del 25 ottobre 2019, la prima riorganizzazione dell’era Tridico. La comunicazione torna ad essere direzione centrale dopo essere stata accorpata all’organizzazione. Evidentemente, l’esperienza di questi tre anni deve aver indotto gli organi dell’Inps ad un ripensamento, così come accade per la direzione centrale presidente e organi collegiali, una super segreteria con incarico dirigenziale di I fascia (240 mila euro di retribuzione annua), caparbiamente voluta dal presidente Tridico nel 2019 nonostante la netta contrarietà della USB, che scrisse di scelte cucite addosso a qualche dirigente piuttosto che di attenti disegni organizzativi. Gli attuali ripensamenti danno ragione alla USB. In questi ultimi due anni il sindacato di base dell’Inps ha ripetutamente chiesto la rimozione del direttore centrale organizzazione e comunicazione: per il flop comunicativo nel periodo della pandemia e per il deleterio Reassessment imposto a tutti i costi nonostante il fallimento della sperimentazione. Oggi si continua a fingere di non sapere che nelle sedi il Reassessment non è applicato per non pregiudicare l’attività produttiva. Eppure, quel direttore centrale organizzazione e comunicazione continua ad essere considerato uno dei migliori dirigenti generali dell’Inps. T’vò che un nespol e faza i fig? (Vuoi che un nespolo faccia i fichi?).
Inopportuna e inaccettabile è la scelta d’inserire l’ufficio procedimenti disciplinari all’interno della direzione centrale risorse umane. La riorganizzazione del 2019 aveva mantenuto l’azione disciplinare quale ufficio centrale staccato dalle direzioni centrali, per assicurare la giusta terzietà nei confronti di tutto il personale. Le trascorse vicende che hanno interessato dirigenti generali anche con incarico di direttore del personale dovrebbero sconsigliare una simile scelta. USB chiede agli organi di controllo sulla gestione dell’Istituto d’intervenire per impedire che accada anche questo.
Nel nuovo “Ordinamento delle funzioni centrali e territoriali” la direzione centrale formazione somma anche il ruolo di “accademia Inps”, con l’intento di sviluppare “la cultura della sicurezza sociale e la diffusione dei valori qualificanti dello Stato sociale italiano, nonché di assicurare lo sviluppo professionale del personale dell’Istituto e degli iscritti alle Gestioni Inps”. Questo è scritto nel documento, ma prima di avventurarsi nell’alta formazione universitaria, sogno dichiarato del presidente Tridico fin dal suo insediamento, sarebbe il caso di assicurare preventivamente a “tutto il personale” una formazione concreta, utile a gestire i processi lavorativi quotidiani e a rispondere alle esigenze dei cittadini utenti. Si riconosca al personale impegnato nell’attività di affiancamento e formazione sul campo il lavoro svolto con abnegazione, non di rado nonostante inquadrati ancora in area B e mansionisti da decenni. Si pensi prima ai fondamentali, altrimenti si rischia di costruire castelli di sabbia.
Il documento che oggi sarà presentato alle organizzazioni sindacali com’è scritto in apertura di questo volantino guarda ancora una volta alla direzione centrale e agli interessi specifici di qualche dirigente trascurando il territorio e le scelte organizzative necessarie. Non si coglie l’occasione per cancellare le tre direzioni di coordinamento metropolitano di Milano, Roma e Napoli, inutili posizioni dirigenziali di I fascia che hanno ridimensionato il ruolo dei direttori regionali di Lombardia, Lazio e Campania, duplicando competenze e alimentando conflitti gestionali in quei territori. Non si interviene nel ripristino delle sedi dirigenziali a suo tempo trasformate in agenzie complesse, come più volte chiesto dalla USB, soprattutto in territori dove il bacino d’utenza e il volume degli adempimenti lo richiederebbero. Non ci si ravvede su errate scelte organizzative del passato come quella di cancellare la direzione centrale convenzioni internazionali o quella della vigilanza. Soprattutto, ci si occupa d’incarichi e poltrone e non si guarda alla scelta più urgente: la revisione del modello organizzativo dell’attività lavorativa. Lo scrivemmo anche nel 2019, all’indomani del varo del precedente Ordinamento. Si ammetta il fallimento del Reassessment e si favorisca il superamento della parcellizzazione delle competenze per assicurare la piena gestione del processo lavorativo.
IN ALLEGATO L'INFORMATIVA AI SINDACATI