ESILIO DORATO

Comunicato n. 45/08

Roma -

I numeri parlano chiaro e il dato nazionale non ha precedenti. Lo sciopero generale del 17 ottobre u.s. ha fatto registrare nel Lazio un altissimo numero di adesioni con una percentuale netta che si attesta di poco oltre il 30% (senza considerare in pari data un numero appena inferiore di assenti per cause varie).

Sugli scudi l’Aurelio con 52 colleghi scioperanti, poi Latina (50), l’Amba Aradam (46) ed il Tuscolano (44). In alcune sedi della regione gli sportelli sono rimasti comunque chiusi tranne un presidio appositamente organizzato per la sola consegna dei documenti.

 

Ora di questa grande partecipazione, che testimonia una rinnovata voglia di lottare e di incidere nelle scelte che ci riguardano tutti da vicino, non si potrà non tenere conto.

 

Resta la consapevolezza che questo è stato soltanto un segnale, per quanto decisivo e importante, del nostro percorso di lotta teso ad ottenere la restituzione del maltolto. La mobilitazione infatti continua con il black out informatico proposto nella giornata di venerdì 31 ottobre p.v. dalle ore 8.00 alle 9.00 e riguardante tutto il personale, la cui finalità, lo rammentiamo, non è certo quella di creare un disservizio agli sportelli per colpire l’utenza, ma quella di spegnere (o magari non accendere proprio) tutti i PC nelle sedi e limitarsi a svolgere adempimenti che non ne prevedano l’utilizzo.

 

Fare in modo, insomma, che tramite la DCSIT venga registrato il maggior numero di PC spenti (front office compresi) nell’orario dianzi indicato, per proseguire la nostra lotta e tenere comunque alto il livello di mobilitazione: l’iniziativa verrà infatti monitorata.

 

Nel contempo, le assemblee si susseguono a ritmo serrato su tutto il territorio.

Dal Tiburtino ad Ostia, dal Casilino a Pomezia dilaga la protesta dovuta all’inarrestabile  carenza dell’organico, al correlato aumento esponenziale degli adempimenti per coloro che restano, alle situazioni di particolare difficoltà registrate in alcune agenzie ormai prossime al collasso, nonché ai limiti dell’agibilità rilevati dal punto di visto logistico.

 

Dulcis in fundo va segnalato l’imminente e per certi versi atteso cambio della guardia in via Borsi, dov’è ora ubicata la direzione regionale.

Dopo 4 diffide, 3 art. 28, 2 accordi fasulli (perché siglati dalla solita ineffabile CISL) ed una marea di diktat imposti più o meno arbitrariamente, lo zar di tutte le provincie del Lazio si appresta a lasciare vantando, si fa per dire, un curriculum di tutto rispetto e difficile da uguagliare. Per essere relegato, come spesso avviene in questi casi, in un nuovo esilio dorato in sede centrale, con un provvedimento di rimozione-promozione.

 

L’auspicio è che si possa quanto prima recuperare quel clima indispensabile di reciproca fiducia e necessaria collaborazione, nell’interesse esclusivo del personale.

 

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio