FONDI PREVIDENZIALI PRIVATI: INVITO A CENA CON DELITTO

Nazionale -

(44/21)I primi effetti deleteri dell’incontro a porte chiuse tra il Ministro Brunetta e i rappresentanti di CGIL CISL e UIL non hanno tardato a farsi sentire.

A farne le spese questa volta saranno i lavoratori e le lavoratrici assunti nella Pubblica Amministrazione in data successiva al 1/1/2019. All’INPS circa 2.000 colleghi saranno oggetto del tentativo di scippo del loro TFR. Come antipasto verrà infatti servita ai lavoratori neoassunti l’iscrizione d’ufficio al Fondo di Previdenza Complementare Perseo-Sirio, con la formula del silenzio-assenso: in mancanza di esplicito rifiuto l’accantonamento del loro TFR non avverrà nelle casse dello Stato ma in quelle del Fondo.

Ma andiamo con ordine.

Il Fondo Sirio è stato costituito il 21 dicembre 2010 ed è divenuto operativo il 15 settembre 2012, giorno dal quale sono state aperte le adesioni per i dipendenti delle Funzioni Centrali. La composizione del CdA e del Collegio dei Sindaci prevedeva la pariteticità tra parte datoriale e parte sindacale, quest’ultima totalmente formata da rappresentanti di una “Lista Unica” di CGIL, CISL e UIL. Il Fondo utilizzava il TFR dei lavoratori per investimenti “a basso rischio” e in cambio erogava pensioni complementari per integrare le misere pensioni contributive che i lavoratori percepiranno a seguito delle disastrose riforme pensionistiche dell’ultimo ventennio.

Ma i lavoratori pubblici non si sono rivelati così sprovveduti e le adesioni sono state pochissime, al punto da mettere in discussione la sopravvivenza del Fondo. I sindacati concertativi e i loro compari di parte datoriale sono corsi ai ripari procedendo alla fusione – nel 2014 – tra il fallimentare Fondo Sirio e il Perseo dei dipendenti degli Enti Locali e Sanità, anch’esso in difficoltà.

L’attuale Fondo Perseo-Sirio conta 69.000 iscritti, meno del 5% dell’intera platea potenziale di destinatari. Gli alti rendimenti tanto sbandierati per promuovere l’adesione non si sono mai visti e continua ad essere più vantaggioso mantenere il TFR nelle sicure casse statali.

Con l’art. 1 comma 557 della L. 205/2017 è stata prevista, per gli assunti dal 1° gennaio 2019, l’adesione al Fondo tramite il silenzio–assenso. Le modalità operative sono rimesse alle parti istitutive del Fondo stesso che, in seguito alla firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, hanno ottenuto il sostegno del Ministro della P.A.

Non vogliamo entrare nel merito delle scelte del singolo lavoratore o lavoratrice, ma riteniamo che queste scelte debbano essere esplicite e consapevoli. Non è accettabile usare i soldi dei lavoratori per attività speculative e lucrative senza il loro esplicito consenso.

Ai sindacati che promuovono la pensione integrativa perché ormai quella pubblica è troppo bassa i lavoratori possono fare una domanda semplice: non sarebbe più corretto lottare per garantire a tutti una pensione pubblica dignitosa? 

Il ripristino di un sistema pensionistico pubblico universale e solidale che garantisca a tutti una vecchiaia dignitosa rimane il principale obiettivo della USB.

Il TFS o TFR dei lavoratori pubblici a nostro parere deve rimanere pubblico. Vigileremo su questo ennesimo tentativo di scippo, informando tempestivamente e accuratamente i lavoratori sulle manovre in atto e invitandoli, se non interessati, a fornire immediatamente il proprio dissenso all’adesione d’ufficio.