FRONT OFFICE, POSIZIONI ORGANIZZATIVE E CLUSTERIZZAZIONE
(06/20)
Nella riunione del tavolo sindacale di ieri sono state affrontate alcune importanti questioni, tra le tante tutt’ora aperte, con qualche risultato positivo.
MAGGIORAZIONE ORARIA PER ATTIVITA’ DI FRONT OFFICE
E’ stato sottoscritto un verbale con il quale si riconosce anche ad analisti di processo, consulenti della protezione sociale e infermieri, la maggiorazione oraria per attività di front office prevista dall’art. 14, comma 2, lettera K del Contratto integrativo INPS 2018. Il verbale dovrà ora essere sottoposto al vaglio dei ministeri vigilanti, perché sostanzialmente va a variare il testo del CCNI, a riprova che quel contratto era sbagliato e chi lo ha sottoscritto sapeva che stava tagliando fuori dal compenso per attività di front office una parte dei lavoratori dell’INPS, nello specifico i colleghi neo assunti e gli infermieri.
Mentre agli amministrativi la norma contrattuale è applicabile immediatamente, gli altri dovranno attendere l’approvazione dei ministeri, ma una volta tornato indietro l’accordo percepiranno gli arretrati per l’attività svolta.
Finalmente si risolve anche l’equivoco rispetto all’orario teorico oppure a quello effettivo dell’attività d’informazione. La maggiorazione oraria spetterà per il tempo realmente impiegato nell’attività di front office, consulenza ed agenda appuntamenti. I lavoratori provvederanno a segnalare l’orario attraverso un’apposita paperless.
Riassumendo: tutti coloro che svolgono attività d’informazione all’utenza saranno indennizzati per il reale tempo impiegato in tale attività.
Si chiude in modo positivo una questione nata male, che ha ingenerato confusione e rischiato di penalizzare una parte del personale, tra cui i colleghi assunti con i recenti concorsi. Le nostre critiche, all’indomani della firma del CCNI 2018, non erano dunque campate in aria ma erano concreti segnali d’allarme. In ritardo si è riparato agli errori commessi.
POSIZIONI ORGANIZZATIVE
L’amministrazione voleva ridurre ad 1 anno l’anzianità di servizio necessaria per poter concorrere all’attribuzione delle posizioni organizzative, mentre i sindacati presenti al tavolo sindacale nazionale erano fermi sui 5 anni. Ieri si è raggiunto un sostanziale compromesso e sembra che le parti abbiano convenuto nel portare a 2 anni l’anzianità utile per l’assegnazione di una posizione organizzativa, 4 anni invece l’anzianità richiesta per ottenere una posizione di elevata professionalità o l’assegnazione di un progetto ad alto contenuto tecnologico.
E’ ovvio che l’intento dell’amministrazione fosse quello di avere prima possibile l’opportunità di assegnare le posizioni organizzative ai lavoratori assunti con i recenti concorsi. Il compromesso raggiunto ci sembra accettabile ma lascia intatti i problemi legati all’assegnazione ed al finanziamento delle posizioni organizzative, così come il trasferimento delle professionalità tra il personale in uscita dal servizio per pensionamento e quello che dovrebbe coprire quelle attività ed acquisire quelle professionalità.
Si continua a non preoccuparsi della perdita di figure professionali con un grande bagaglio di conoscenze, non attivando per tempo il trasferimento ad altri di quella professionalità.
I temi principali che riguardano le posizioni organizzative continuano ad essere tre: le modalità di selezione, il finanziamento dell’indennità e il numero delle posizioni organizzative.
Ribadiamo quello che diciamo da anni: la selezione deve avvenire con criteri trasparenti ed oggettivi, attraverso la valutazione del potenziale, la somministrazione di test di natura professionale e, se proprio si vuole mantenere il colloquio con il nucleo di valutazione, questo deve essere filmato e reso disponibile ai concorrenti che ne facciano richiesta; l’indennità deve essere prelevata dal bilancio dell’Istituto e non più dal fondo dei lavoratori, perché l’organizzazione del lavoro non deve essere un onere a carico del personale; infine il numero delle posizioni organizzative deve essere pari alle reali necessità, evitando i casi purtroppo frequenti della direzione generale in cui una posizione organizzativa coordina se stessa.
Finché non si affronteranno seriamente questi temi si aggiungerà ingiustizia ad ingiustizia.
CLUSTERIZZAZIONE ORGANIZZATIVA
Nella riunione di ieri è stato anche affrontato il tema della pesatura delle strutture dell’INPS e, per quanto se ne sappia, la CIDA, il sindacato dei dirigenti, ha chiesto un approfondimento dei criteri che hanno portato alla nuova suddivisione delle sedi dell’Istituto. A nostro parere non ci si deve limitare ad una breve esposizione dei criteri che sono alla base della suddivisione delle sedi in cluster, ma devono essere verificabili e messi in comparazione tutti i dati di ciascuna struttura, così da rendere realmente trasparente la scelta assunta dall’amministrazione.