I NODI AL PETTINE

Comunicato n. 49/08

Roma -

 

Dopo il grande sciopero del 17 ottobre proclamato dal sindacalismo di base, col quale un pò tutti hanno dovuto fare inevitabilmente i conti, la mobilitazione è proseguita all’interno dell’Istituto con il black out informatico del 31 ottobre al quale ha partecipato l’84% circa del personale sul territorio nazionale, con punte oltre il 90% al nord.

Il successivo presidio cittadino, organizzato dalla RdB una settimana fa a Roma, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, per ottenere l’annullamento dei tagli salariali introdotti dalla Legge 133/08, ha evidenziato la situazione di stallo oggi esistente a tutti i livelli. Nel corso dell’incontro con la nostra delegazione il Capo di Gabinetto del MEF ha infatti confermato che “al momento i soldi non ci sono” ma si potrebbe “lavorare ad un emendamento compatibilmente con le risorse disponibili” nella discussione al Senato.

 

Sul versante regionale, con la solita autocelebrazione svoltasi esattamente un mese fa in quel di Pomezia, in occasione dell’ultimo comitato dei direttori avente ad oggetto la  “salute e sicurezza sul luogo di lavoro” lo zar del Lazio ha voluto perdere l’ultimo treno, dimenticando, infatti, completamente la situazione disastrata in cui da tempo versano sul piano logistico alcune sedi della regione (come Ostia) e buona parte delle agenzie, da Anzio ad Albano, da Formia a Fidene, da Tivoli a Palestrina. E in barba al T.U. 81/08.

Suscita peraltro stupore che fino alla fine imperterrito il direttore regionale del Lazio si ostini a parlare trionfalmente di “governance” e di risultati positivi a tutto spiano.   

Confondendo in primis l’autoritarismo mostrato in questi 4 anni di gestione arrogante con l’autorevolezza, nonché la solidarietà, in verità ormai scomparsa, con la complicità.   

Tutto ciò senza naturalmente contare gli innumerevoli procedimenti legali pendenti col personale delle sedi e delle agenzie dell’intera regione. Alla faccia della solidarietà.

Di quale squadra vincente poi si parli e di quale modello, resta francamente un mistero. Senza volersi ostinatamente rendere conto che in realtà si son persi i pezzi per strada (leggi: 4 organizzazioni sindacali su 5 nel corso dell’ultimo anno). Ma forse lo si voleva...

E’ infine preferibile stendere l’ennesimo velo pietoso sui presunti risultati “ottenuti” a livello regionale, che dovranno comunque essere monitorati dall’apposito Osservatorio presso la Direzione Centrale, per evitare il ripetersi di quanto accaduto lo scorso anno.    

Ci aspettiamo insomma che alle cosiddette “performances” produttive ora sbandierate, segua poi il pagamento dell’incentivo, e senza sorprese, per tutti i lavoratori del Lazio.

 

Dalle macerie di questo strano modo di operare, sia pure con lo stile moderno, emerge oggi una realtà inconfutabile: bisognerà seriamente rimboccarsi le maniche in una vasta opera di ricostruzione con la consapevolezza che non si potrà fare altro che migliorare.

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio