IL FANTASTICO MONDO DI GABRY POPPINS

comunicato 36/12

Roma -

Considerato il nutrito ordine del giorno e lo spessore degli argomenti che erano in discussione, la riunione svoltasi giovedì scorso in sede regionale prometteva scintille. Alla resa dei conti si è trattato, invece, del solito incontro surreale, tra palco e realtà ci verrebbe da dire, con tutte le attese puntualmente naufragate. Ma procediamo con ordine.

Si comincia con la corretta inversione dei numerosi punti all’ordine del giorno,     partendo cioè dalla presunta informativa sulla “Proposta di sperimentazione del nuovo modello organizzativo integrato delle Direzioni Provinciali”, anche perché la delegazione venuta giù apposta da Rieti è comprensibilmente preoccupata e chiede lumi. Ma deve subito abituarsi al clima perché le risposte sono ridotte al lumicino e precisamente: per l’ennesima sperimentazione è stata scelta Rieti in quanto si tratta di una sede definita “facile” con due soli dirigenti, i problemi di organizzazione nelle altre sedi provinciali (Latina e Viterbo, dopo aver sfasciato Frosinone) sono sicuramente di ben altra complessità e la bozza della circolare della Direzione Generale è “solo un’anticipazione ma è come se non esistesse”.

In realtà il documento esiste, anche se non è mai passato sul tavolo nazionale, contiene pure due allegati e fissa la durata del periodo di sperimentazione in 6  mesi a partire dal prossimo 1° gennaio 2013. Questa nuova fase sperimentale prevede diverse funzioni manageriali, la titolarità delle posizioni organizzative a indennità invariata e la rivisitazione del modello di front end per accorpamento.

Sarebbero liquidate in poco meno di un quarto d’ora le delegate RSU di Rieti se    non ponessimo l’accento sul fatto che, in occasione dell’emanazione unilaterale della circolare n. 66, l’iter è stato praticamente lo stesso, con palleggiamenti di responsabilità da un tavolo all’altro ed una sua successiva forzata applicazione, non condivisa e ovviamente rigettata dal personale.

Insomma un film già visto. Ma stavolta proprio non ci sono risposte, dalla mitica valigia di Gabry Poppins non sortisce altro e la delegazione proveniente da Rieti è costretta a tagliare gli ormeggi per rientrare delusa alla base.

Il successivo esame riguardante l’applicazione della circolare n. 66 in regione, teso a normalizzare per quanto possibile la situazione, porta ad evidenziare la disomogeneità esistente a tutti i livelli, con risposte definite comunque positive al 60-70 % (relazioni sede), mentre permangono dubbi e perplessità sul trend: la conclusione scontata è che bisogna perseverare perché si può fare di meglio.

Nel rammentare che non basta più sapere “soltanto quattro cose fondamentali” per ritenere concluso un processo di formazione mal gestito, essere sbolognati poi allo sportello e infine respingere di fatto l’utenza verso i patronati, abbiamo chiesto copia delle singoli relazioni elaborate dai direttori responsabili di sede e di cui ci è stato sommariamente rappresentato un gran variegato campionario.

Abbiamo così sorprendentemente scoperto che anche stavolta il tavolo non era quella giusto, perché eventuali chiarimenti e/o rimostranze vanno indirizzati di volta in volta ai singoli direttori.

Nel frattempo, gli interventi correttivi urgenti si susseguono a tambur battente, risolvendo provvisoriamente un problema e producendone due, mentre perfino la omogeneità di comportamento nei confronti dell’utenza va a farsi benedire.

Insomma si continua a navigare a vista, ma per la sede regionale va bene così.

Considerato il palese fallimento dell’intero processo di riorganizzazione in atto, volto peraltro a smantellare il sistema di previdenza pubblico esternalizzando i servizi, abbiamo ufficialmente invitato le altre OOSS regionali a ritirare la firma dagli accordi sottoscritti fino a completa definizione della vertenza “instabilità”. Senza avere risposte.

Per quanto concerne il capitolo risorse abbiamo successivamente preso atto dei dati che ci sono stati consegnati, dai quali risulta una misteriosa eccedenza ed un trend ancora una volta definito positivo perché, alla resa dei conti, il Lazio si ritroverebbe con 12 unità in più (sic !!!).

Il condizionale è d’obbligo e non solo perché i numeri che ci vengono propinati non ci appassionano, ma per il semplice motivo che oggi non riusciamo proprio a comprendere come sia possibile passare da una carenza di organico ovunque  accertata ad un’eccedenza di personale generalizzata, se non con il gioco delle tre carte. Anche questo fa parte del fantastico mondo virtuale di Gabry Poppins la quale, non sapendo a che santo votarsi, in realtà spera che tutto si risolverà “quando l’INPDAP verrà a darci una mano”. Data la carenza che disconoscono.

La successiva verifica dei carichi di lavoro divenuti esorbitanti (giacenza iniziale + pervenuto), come da tabelle allegate, ha evidenziato la situazione di criticità ed i problemi registrati nell’intera regione, più in particolare presso la Direzione Metropolitana, la Filiale del Casilino, Latina e Viterbo, sedi “che vanno aiutate”.

A patto che il personale sia propenso a “superare le rigidità accertate presso le singole strutture” (?) nell’unica ottica esistente di una maggiore produttività, di cui l’incompetente coccodrillo che sfugge si è fatta di recente becera paladina.

Abbiamo naturalmente chiesto conto della decurtazione dell’incentivo speciale, fissata al 92% e datata 30 settembre, per la Direzione Metropolitana e la Filiale del Casilino. Ma anche qui abbiamo scoperto che il nostro interlocutore non è il tavolo regionale ma Anthony Stecchino della Pianificazione e Controllo in DG, il quale di trimestre in trimestre fa e disfa a suo piacimento i dati di produzione, con risultati che definire fantasiosi è dir poco.

Dopo una breve informativa riguardante l’Agenzia di Tivoli che dovrebbe, entro la prossima primavera, finalmente trovare una nuova decente allocazione, la direzione regionale è tornata a tastare il polso sull’apertura definita imminente della nuova Agenzia di Fiumicino, motivata dal decongestionamento dell’utenza che preme sulla Sede di Ostia per lo scorporo dei CAP 00050 – 00054 – 00057.        

Nella bozza del bando che ci è stata consegnata è previsto il fabbisogno iniziale di almeno 15 unità di cui 2 dell’area A e 7 unità provenienti dalla Sede madre. Abbiamo chiesto chiarimenti sulle relative autorizzazioni e soprattutto in merito ai criteri da adottare nella compilazione della graduatoria, dichiarandoci subito contrari ad ogni eventuale mobilità forzata (nel caso non ci fossero disponibilità sufficienti a coprire il fabbisogno), per evitare la possibilità di mandare colleghi allo sbaraglio in una realtà sicuramente complessa senza peraltro condivisione.

Nonostante la stessa direzione regionale avesse dato indicazioni per aggiornare la discussione rinviando la definizione del bando, l’inaggettivabile galoppino dai mille salamelecchi si prodigava perché la bozza venisse praticamente siglata al buio, recuperando immediatamente la firma della CISL e poi purtroppo, ancora subalterne, quelle di CGIL e CISAL.

Ci viene tuttavia da pensare che si tratti di un giochino ormai collaudato perché non è la prima volta che ci si adopera al posto o in favore dell’amministrazione.
E se i volontari in partenza per il nuovo fronte di Fiumicino dovessero mancare, non basterà certo un poco di zucchero a mandare giù questa ennesima pillola…

Roma, 26 novembre 2012

 

Coordinamento Regionale USB INPS Lazio