IL GOVERNO, A MODO SUO, "FESTEGGIA" L'OTTO MARZO

Comunicato n. 15/09

Nazionale -

 

Tra qualche giorno l’Italia sarà invasa dai soliti mazzetti di mimosa e con la banalità di quei gesti a cui purtroppo oggi è difficile sottrarsi anche i più riottosi renderanno in questo modo omaggio alla donna. Ma a ben guardare, il giallo di quella incantevole pianta, che annuncia la fine dell’inverno, sarà velato dal sangue delle donne che ogni giorno continuano a subire violenze di ogni tipo, e non solo alla fermata di qualche autobus, ma anche in casa, da chi invece dovrebbe amarle e proteggerle, o sul posto di lavoro, ricattate ed umiliate da maschi che probabilmente non riusciranno mai a diventare uomini.

 

Qualunque sia l’origine della giornata della donna, il suo profondo significato sta nelle lotte che le donne hanno prodotto per la loro emancipazione, in un movimento femminista che ha strappato importanti conquiste sociali per l’equiparazione dei diritti tra uomini e donne.

 

E proprio evocando la parità di questi diritti il governo ha di recente annunciato che sarà progressivamente elevata a 65 anni l’età necessaria alle donne del pubblico impiego per il diritto alla pensione di vecchiaia.

 

Alla vigilia dell’otto marzo, dunque, l’esecutivo invia alla commissione europea la bozza della riforma pensionistica, “motivando” tale scelta con la necessità di ottemperare ad una sentenza della corte di giustizia europea.

 

Vogliono adeguare le norme italiane a quelle europee? E perché non adeguano anche gli stipendi italiani a quelli europei? Perché non intervengono sui servizi, equiparandoli a quelli dei paesi del nord Europa? Perché non impongono standard di sicurezza di livello europeo nei luoghi di lavoro? E’ forse troppo difficile?

 

Ancora una volta l’attacco ai lavoratori pubblici tutti è stato politicamente traversale, con l’onnipresente senatore del PD Pietro Ichino che parla finanche di “atto dovuto” da parte del governo, quasi a giustificarne incredibilmente l’operato.

 

E’ necessario ora rispondere con la lotta a questo ulteriore attacco al sistema pensionistico ed ai diritti delle donne del pubblico impiego.

 

Venerdì 6 marzo partecipiamo alle manifestazioni locali organizzate da CUB-COBAS-SdL contro l’abolizione del diritto di sciopero.

 

Rilanciamo la raccolta di adesioni all’appello promosso dalle donne impegnate nelle organizzazioni sindacali di base, CUB-COBAS-SdL, contro la proposta di elevare a 65 anni l’età delle lavoratrici pubbliche per il diritto alla pensione di vecchiaia.

 

Sabato 28 marzo infine partecipiamo tutti alla manifestazione nazionale organizzata dal sindacalismo di base, portando in piazza insieme le ragioni delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.