IL GRANDE INGANNO

Milano -

 

Il grande inganno orchestrato dal Governo ai danni dell’opinione pubblica sui contenuti della manovra approvata in estate comincia a svelarsi. Come la RdB-CUB ha denunciato fin dall’inizio, gli effetti del D.L. 112  (adesso convertito nella legge N. 133) saranno devastanti per i servizi pubblici, come diventa sempre più evidente ora che si entra nella fase applicativa (sono previsti circa cento decreti).

 

Una sapiente campagna propagandistica, sostenuta da buona parte dell’informazione, con in prima linea televisioni e giornali di proprietà del Presidente del Consiglio, ha presentato la manovra economica come una grande occasione di modernizzazione e rilancio della Pubblica Amministrazione, quando in realtà si tratta di una bieca e rudimentale politica di tagli, di cui subiranno le conseguenze tutti i cittadini di questo Paese.

 

Uno dei settori più colpiti, come sta emergendo in questi giorni, è quello della scuola. Al di là del finto dibattito sul ritorno del voto in condotta e degli esami di riparazione, emerge il fatto che gravissimi tagli di organico e riduzione delle risorse mettono a rischio il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione. La decisione di ritornare al maestro unico nelle scuole elementari è dettata, infatti, solo da una pura logica di risparmio, da realizzare con una spettacolare riduzione dell’organico (si ipotizza un taglio di ben 25.000 insegnanti!), nonostante il fatto che il livello di apprendimento dei nostri alunni delle elementari sia tra i più alti nel mondo, come attestato da numerosi studi di organismi internazionali.

 

Risultati altrettanto disastrosi sono attesi anche negli altri settori pubblici: pensiamo, ad esempio, al mancato finanziamento dei progetti previsti dalla L. 88/89 per la lotta all’evasione contributiva, che riguarda gli enti previdenziali, e di lotta all’evasione fiscale dell’Agenzia delle entrate, che tra l’altro darà un contributo decisivo all’incremento dell’economia illegale. Stessa sorte per i servizi erogati dagli enti locali, le cui finanze saranno depauperate dall’abolizione dell’Ici: non a caso il comune di Milano quest’anno ha fatto slittare di una settimana l’apertura delle scuole dell’infanzia, giustificandola maldestramente con ragioni di carattere organizzativo.

 

Solo una disonesta campagna propagandistica può promettere che una politica di tagli porterà allo stesso tempo anche un miglioramento del livello del servizio pubblico. Intanto il solito Brunetta continua a straparlare di efficienza, modernizzazione ed altre amenità del genere, nascondendo la realtà delle cose, e cioè che la Pubblica Amministrazione è sottoposta ad una “cura dimagrante”, perché le vengono sottratti risorse, personale, investimenti, con l’unico effetto di un ulteriore peggioramento dei servizi.

 

Ci domandiamo a questo punto se il ministro Brunetta non si sia calato nella parte dell’utile idiota, che viene mandato avanti a fare propaganda (si è paragonato niente meno che alla Cuccarini, autonominandosi il politico più amato dagli Italiani), gridando all’opinione pubblica che la “guerra ai fannulloni” è la soluzione a tutti i mali della Pubblica Amministrazione, mentre Tremonti e i suoi collaboratori, pianificando tagli e drastiche riduzioni di spesa, ne sanciscono il definitivo affossamento.

 

In preparazione delle prossime mobilitazioni e dello sciopero generale indetto da CUB, Confederazione Cobas e SdL per il prossimo 17 ottobre, è necessario avere come obiettivo quello di fare chiarezza sui reali contenuti di questa manovra, pur consapevoli delle difficoltà e della solitudine in cui siamo costretti a muoverci, e della sostanziale censura che oscura le nostre iniziative, fatta qualche lodevole eccezione per alcuni organi di informazione locali.

 

Dalla nostra parte abbiamo i lavoratori, che da tempo ci chiedono una forte iniziativa contro il Governo e una risposta decisa a questa infame campagna denigratoria. I nostri sforzi si concentreranno sulla piena riuscita dello sciopero del 17 ottobre, che sarà preceduto da altre forme di agitazione alle quali invitiamo fin da subito i colleghi a partecipare attivamente.

 

Non è più tempo di delegare ad alcunché la difesa del salario, dei diritti, della  nostra dignità.

        

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lombardia