Il mesto 25 aprile dell'INPS, ipocrisia reticenza e censura

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IL MESTO 25 APRILE DELL’INPS

IPOCRISIA, RETICENZA E CENSURA

(C 21/25) Ci eravamo già espressi negativamente sull’inopportunità del messaggio Hermes, a firma del direttore generale vicario, con il quale l’Inps faceva da grancassa al governo richiamando alla sobrietà nella celebrazione del 25 aprile. Nello stesso messaggio, con toni da “marchese del Grillo”, si pretendeva di imporre un minuto di silenzio in memoria del Papa.

Il messaggio pubblicato sulla intranet in occasione della Festa della Liberazione è parimenti criticabile: un esercizio di ipocrisia, di servilismo verso il governo e di reticenza. La ricorrenza viene definita unificante e si omette di ricordare che la liberazione che si festeggia è quella del paese dalla barbarie nazista e fascista.

A completare un quadro già desolante, si è aggiunta la censura. Alcuni lavoratori avevano infatti commentato il messaggio in termini critici, evidentemente non graditi. Si è così provveduto, non si sa per iniziativa o per ordine di chi, a rimuovere il messaggio non solo dalla homepage ma anche dall’archivio delle notizie passate, cosa che non avviene mai. Purtroppo per i nostri censori, avevamo opportunamente preso un’immagine delle schermate interessate e possiamo condividerle come prova dell’avvenuta censura.