IL MOMENTO DI FERMARSI CHIUDERE SUBITO GLI SPORTELLI NELLE ZONE ROSSE

Nazionale -

(42/21)  La situazione sanitaria volge nuovamente al peggio in gran parte d’Italia. Con la sola eccezione della Sardegna in “zona bianca”, da lunedì prossimo la quasi totalità delle regioni italiane saranno in zona arancione o addirittura rossa, con tasso di contagi elevato e ospedali ancora in difficoltà nell’assistere i malati di Covid e, di conseguenza, i malati di qualunque patologia.

La campagna di vaccinazione arranca, in parte per carenze organizzative e strutturali del sistema sanitario, devastato da decenni di tagli e privatizzazioni. Ma arranca soprattutto per l’incapacità del governo italiano e dell’Unione Europea di governare la crisi e i rapporti con le multinazionali del farmaco che, dove aver usufruito di ingenti somme pubbliche per la ricerca, lucrano sfacciatamente sui risultati tenendosi stretti i brevetti e non rispettando le scadenze concordate per la consegna delle dosi.

Ieri la USB, insieme ad altre organizzazioni e partiti, ha manifestato in molte piazze italiane per chiedere la moratoria dei brevetti e il diritto di tutti a una vaccinazione gratuita, sicura, tempestiva e su base volontaria.

Nei mesi passati i vertici dell’Inps, ignorando i segnali d’allarme, hanno continuato a tenere aperti gli sportelli in presenza. All’Agenzia di Minori, in provincia di Salerno, alcuni lavoratori hanno contratto il Covid e un contagio è stato comunicato all’INAIL come infortunio sul lavoro. Evidentemente i dispositivi di sicurezza non sono sufficienti a garantire sempre e comunque la salute dei lavoratori e degli utenti dell’Istituto, se le sedi divengono luogo di contagio.

Le chiusure totali di marzo e aprile 2020 hanno dimostrato come sia possibile fornire un servizio adeguato di informazione e consulenza da remoto. A fronte di un rischio sanitario elevato non ci si può trincerare dietro la formula del servizio essenziale per giustificare un colloquio in presenza che non serve a nessuno.

La USB chiede che in tutti i territori che il governo classifica come “zona rossa” l’Inps chiuda gli sportelli al pubblico in presenza e garantisca il servizio da remoto, limitando l’attività dei CML alla valutazione della documentazione cartacea dove possibile e garantendo la proroga della prestazione in caso di impossibilità dell’accertamento. La presenza dei lavoratori nelle sedi dovrà essere circoscritta ai soli servizi davvero essenziali e indifferibili, privilegiando il criterio della volontarietà.

È necessario intervenire ora, prima di essere travolti da tragedie prevedibili ed evitabili.