IL VIRUS CORRE L’AMMINISTRAZIONE TENTENNA

Roma -

(119/20)  La diffusione del virus SARS-Cov-2 ha ripreso a correre velocemente ed ogni giorno aumentano i casi di contagio, tanto che l’amministrazione centrale sta pensando di ridurre a due giorni settimanali i rientri in sede per chi ha optato per lo smart working, evitando di affollare gli uffici come purtroppo è accaduto in queste settimane in diverse sedi. Siamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria e il decreto legge del 7 ottobre, che proroga fino al 31 gennaio 2021 l’utilizzo dello smart working al 50% nella pubblica amministrazione, a nostro parere risulta inadeguato e probabilmente risente delle pressioni di Confindustria.

Circa un mese fa, in prossimità del ritorno in presenza del 50% del personale, avevamo proposto di verificare su tutto il territorio nazionale se vi fossero volontari in numero sufficiente da coprire l’esigenza del lavoro in presenza,  così da favorire la prosecuzione dello smart working a tempo pieno per i lavoratori individuati come fragili con l’accordo nazionale del 3 giugno e per coloro che avessero voluto mantenere questa modalità lavorativa, continuando a riconoscere il buono pasto in caso di lavoro agile. In questo modo si sarebbe evitato l’affollamento nelle sedi e si sarebbero tutelate le condizioni disagiate e di fragilità non previste dal decreto governativo.

Nessun sindacato sostenne la nostra proposta e l’amministrazione si mostrò testardamente decisa ad andare per la sua strada. E’ dal 26 agosto che stiamo chiedendo con ripetute note la convocazione del tavolo permanente del monitoraggio dell’accordo del 3 giugno, anche in questo caso non ascoltati e non sostenuti dalle altre organizzazioni sindacali che hanno firmato quell’accordo. Ora la situazione peggiora di ora in ora e a nostro parere non c’è altro tempo da perdere. Perché farsi trovare impreparati? Ad esempio a che punto è la sperimentazione su una diversa modalità operativa del servizio d’informazione sostitutiva di quello effettuato in presenza?

Vogliamo qui sottolineare anche quanto accaduto ai dirigenti che hanno chiesto di lavorare in smart working avendo condizioni personali e familiari di fragilità. Il direttore generale ha deciso che ai dirigenti spettasse solo 1 giorno di smart working a settimana, come se il diritto alla salute e alla sicurezza non dovesse valere allo stesso modo per tutti.

Si convochi il tavolo del monitoraggio dell’accordo del 3 giugno e si esaminino senza preconcetti le proposte sindacali, compreso quella di continuare a riconoscere il buono pasto a chi lavora da remoto.