INPS, le pagelline sono un rifiuto tossico: i lavoratori stracciano le schede di valutazione durante lo sciopero USB
Questa mattina l’Unione Sindacale di Base ha convocato 2 ore di sciopero all’INPS contro “le pagelline”, strumento con il quale si è deciso di valutare l’apporto individuale di ciascun lavoratore all’attività produttiva.
È stato organizzato un presidio davanti alla direzione generale dell’ente e i lavoratori hanno stracciato le schede di valutazione individuale appena ricevute, gettandole in un recipiente sul quale campeggiava la scritta “rifiuti tossici”, alludendo all’effetto che le pagelline hanno avuto sul personale, mortificato da questo strumento di valutazione che appare antiquato, divisivo, classista e discrezionale. Se l’INPS pensava in tal modo di stimolare i propri dipendenti ad un maggiore impegno lavorativo ha sbagliato del tutto i conti.
Dopo le 2 ore di sciopero la protesta è continuata con un’assemblea online con collegamenti dalla piazza romana e da Salerno, dove si è tenuto un analogo presidio.
Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta a Roma dalla Direttrice centrale risorse umane riscontrando alcune significative aperture. Con tutte le cautele del caso, dovendo successivamente riferire agli organi dell’INPS, la dirigente ha dichiarato la disponibilità dell’ente ad aprire una riflessione con le organizzazioni sindacali sull’utilizzo delle pagelline come strumento di valutazione del personale, come richiesto dalla USB, anche alla luce dell’analisi dei dati complessivi riguardanti la prima ricognizione effettuata.
Per quanto riguarda lo smart working, l’Amministrazione è disponibile ad estendere il periodo di osservazione per il conteggio della maggiore attività in presenza ad un anno invece che a sei mesi, per poter continuare ad utilizzare il lavoro agile anche dopo il 31 marzo, data in cui dovrebbe terminare l’emergenza sanitaria. Attualmente sono 18 i lavoratori ultracinquantenni sospesi dal servizio per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale, segno che complessivamente si è operato con flessibilità ed intelligenza come suggerito dallo stesso ministro Brunetta e come più volte sollecitato dalla USB, che in alcuni casi ha diffidato i dirigenti territoriali rispetto a forzature delle norme stabilite per legge.
Lo sciopero e la mobilitazione della USB danno primi parziali risultati che non devono far allentare la pressione sull’Amministrazione ma, al contrario, indicano che il protagonismo dei lavoratori è come sempre importante e decisivo.
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