INPS, NUOVO PROFILO E ASSUNZIONI: BOERI OTTIENE QUEL CHE VOLEVA, I SINDACATI SOLO PROMESSE
Comunicato n. 68/17
E’ finita che il presidente dell’INPS ha incassato l’accordo che più gli premeva: l’istituzione del nuovo profilo specialistico di “Analista di processo – Consulente professionale”, che prevede l’ingresso dall’esterno a C1 con il possesso di laurea magistrale in specifiche discipline giuridiche, economiche, amministrative, nonché la certificazione del livello B2 di conoscenza della lingua inglese rilasciata da istituti legalmente riconosciuti. In questo modo Boeri potrà attivare il concorso pubblico come l’aveva sempre pensato. Dopo le prove selettive, i candidati idonei saranno sottoposti ad un periodo di tirocinio presso le sedi dell’Istituto ed al termine di tale apprendistato, sulla base di valutazioni conclusive, saranno assunti a tempo indeterminato.
L’INPS, quindi, senza attendere il termine della selezione, avrà a disposizione alcune migliaia di dipendenti in via temporanea, molti dei quali alla fine del tirocinio saranno mandati a casa.
L’accordo è stato sottoscritto solo da CISL e UIL, che hanno rivendicato di aver strappato all’amministrazione la possibilità dell’ingresso dall’interno in tale profilo attraverso la mobilità orizzontale. In forte imbarazzo la CGIL, che era d’accordo con l’istituzione del profilo specialistico ma non ha digerito la previsione del tirocinio.
USB ha respinto l’accordo senza esitazione, manifestando contrarietà all’istituzione del nuovo profilo specialistico, al quale successivamente sarà probabilmente riconosciuta una nuova indennità, come avvenuto per gli altri profili specialistici, che peserà sul Fondo di Ente e, quindi, sulle tasche di tutti i lavoratori, compresi quelli delle Aree A e B che sono tagliati fuori dal profilo. Inoltre, per la USB la nuova funzione sarà fonte di ulteriore tensione e divisione nelle sedi, soprattutto rispetto ai neo assunti, perché non è sbagliato pensare che sarà chiesto al personale interno, quindi anche ai colleghi di Area B, di formare i nuovi arrivati, con buona pace del mansionismo e della certificazione delle funzioni svolte, mai rilasciata dai direttori di sede. Una prospettiva inaccettabile, rispetto alla quale il personale interessato dovrebbe manifestare la propria contrarietà abbandonando quelle organizzazioni sindacali che ancora oggi con simili accordi permettono lo sfruttamento dei colleghi delle Aree A e B. In parole povere: cancellatevi da quei sindacati (!!!)
USB ha anche affermato da subito la propria contrarietà al tirocinio, previsto all’interno del percorso selettivo dall’esterno, ritenendo inammissibile l’utilizzo di tale strumento che diventa elemento di sfruttamento e ricatto nei confronti dei candidati all’assunzione.
Di fronte al presidente e al direttore generale solo la USB, a testa alta e senza mezze misure, ha respinto drasticamente l’accordo proposto.
Nello stesso incontro del 10 ottobre CISL-UIL-CISAL hanno sottoscritto un Verbale d’intesa sui passaggi interni all’area superiore.
USB non ha sottoscritto tale verbale perché rappresenta un generico impegno a definire un accordo nel 2018 per l’emanazione di procedure riservate al personale interno per il passaggio all’area superiore, ma solo dopo aver portato a termine il concorso pubblico ed aver soddisfatto le necessità dell’Istituto di assumere nuovo personale. Resta, quindi, l’incognita non solo dei tempi della selezione interna ma anche del numero di posti che saranno disponibili. In ogni caso per partecipare alla selezione il personale interno dovrà possedere i titoli di studio richiesti per l’accesso dall’esterno e sottostare alle altre disposizioni di legge. Una presa in giro delle lavoratrici e dei lavoratori che aspettano da anni l’occasione per passare all’area superiore.
Dopo la bellissima e partecipata manifestazione all’Aran del 12 ottobre scorso, dove numerosi mansionisti dell’INPS hanno potuto dialogare direttamente con il presidente Sergio Gasparrini, la USB dà appuntamento a tutte e tutti per lo SCIOPERO GENERALE del 10 NOVEMBRE, articolato sull’intera giornata lavorativa e con manifestazioni territoriali.
Torniamo in piazza a far sentire la voce dei lavoratori, rivendicando un aumento stipendiale che tenga conto degli 8 anni di blocco dei contratti, che risolva definitivamente la piaga del mansionismo e che riduca a 32 ore l’orario settimanale di lavoro. Uniamoci, perché insieme siamo imbattibili.