INPS Toscana: se telefonando... Aperta la caccia ai neoassunti
Se telefonando…
Se telefonando io potessi dirti “vieni a veder la nostra sede”, ti chiamerei.
Se telefonando io potessi dirti “iscriviti al nostro sindacato”, ti contatterei.
Se guardandoti negli occhi sapessi dirti “basta gli altri sindacati”, io lo farei.
Se, carpendoli per vie traverse, avessi anzitempo gli elenchi dei vincitori del concorso, li adulerei.
Ma non so spiegarti che il nostro rapporto appena nato, è già finito.
Usando questa parafrasi di alcuni versi della famosa canzone scritta da Maurizio Costanzo e cantata dalla diva Mina, potremmo ironizzare su ciò che sta accadendo in questo periodo in vista dell’immissione dei vincitori dell’ultimo concorso a Consulente della protezione sociale nei ruoli del nostro Istituto.
Ci giunge voce, da alcuni territori, che le tattiche di avvicinamento ai nostri prossimi colleghi utilizzate da alcuni sindacati sarebbero al limite dell’intrusione nella sfera privata, con telefonate, messaggi su WhatsApp, inviti su gruppi Telegram, invio di mails con materiale relativo alla formazione condiviso in “anteprima nazionale”, il tutto sfruttando la disponibilità di elenchi contenenti i nominativi e i numeri di cellulare dei vincitori e degli idonei al concorso che, da rassicurazioni ufficiali ricevute dalla Direzione Regionale nell’ultimo tavolo sindacale, non sono stati predisposti né condivisi da parte dell’Amministrazione.
Sorge, dunque, legittimo il sospetto sulle modalità utilizzate per reperire e catalogare tali dati personali, dal momento che, mentre nei gruppi WhatsApp o Telegram chiunque può entrare utilizzando un link di invito oppure essendo aggiunto tra i membri del gruppo, tramite il proprio recapito telefonico – cosa che anche a delegati o iscritti USB è capitata di fare, accedendo a vari gruppi già creati da altre persone oppure creando un gruppo di propria iniziativa per condividere informazioni o dare consigli – diverso è contattare telefonicamente vincitori e/o idonei del concorso non presenti in alcun gruppo social, invitandoli in talune occasioni a visitare perfino gli uffici, a fare la conoscenza diretta di alcuni loro prossimi colleghi e, perché no, iniziare a dare informazioni sull’andamento della sede, sulle dinamiche interne ad essa, il tutto in totale spregio delle regole non scritte di correttezza e concorrenza leale nelle relazioni sindacali.
Forse a molti dei nostri colleghi non sarà sfuggita in questi giorni qualche “faccia nuova” in giro per i corridoi delle proprie sedi.
Chiariamolo da subito, USB è ben contenta di accogliere e fare la conoscenza dei futuri colleghi ed attende le nuove immissioni come una boccata di ossigeno in uno scenario sempre più asfissiante, ma questo tatticismo militare con delegati sindacali che si trasformerebbero in addetti alle vendite di un call center, al solo fine di carpire la benevolenza e il bisogno di informazioni e supporto tecnico-logistico dei futuri ammessi in una fase della loro vita così delicata e cruciale, suona a dir poco machiavellico, non trovando alcun altro fine nobile se non la conservazione ed il rafforzamento della propria sigla sindacale, detto in soldoni il tentativo di accaparramento dei neo-assunti.
Noi di USB respingiamo con forza e determinazione tale modalità di avvicinamento ai nuovi colleghi, al limite della decenza e dello stalking, e rivendichiamo un nostro modo di essere e di intendere il lavoro, il sindacato ma, soprattutto, il prossimo come fine e mai come mezzo della nostra azione.
Quella che stiamo attraversando è una fase di transizione per tutti, per i vecchi colleghi che si accingono ad andare in pensione, per chi resta che è chiamato a sforzi sempre più ingenti per assolvere agli obbiettivi di produttività e qualità sempre più elevati imposti dall’Amministrazione e per chi si accinge ad entrare a far parte della nostra organizzazione e vuole prendersi tutto il tempo e il modo per riflettere sui pro e sui contro di questa opportunità lavorativa, senza indebite ingerenze né giochi di prestigio.
Ogni incauto contatto con un nostro potenziale collega può esser visto come una intollerabile e non gradita intromissione nella sfera privata altrui e, ora come ora, con i nostri organici ridotti sempre più all’osso, non possiamo permetterci di commettere passi falsi o leggerezze che possano far desistere anche poche decine di potenziali colleghi dal loro proposito di prestare la propria attività ed apportare il proprio bagaglio di competenze ed esperienze professionali in INPS.
Se è vero, dunque, che talvolta “una telefonata può allungare la vita”, in questo momento sarebbe meglio godersi il silenzio e cullare l’attesa, magari ascoltando “Enjoy the silence” dei Depeche mode in sottofondo e spegnendo per una volta il cellulare.
USB Inps