INPS, VIA TUTTI I COMANDATI. UNA NUOVA GUERRA TRA POVERI
Comunicato 1/13
Per mettere insieme i 500 milioni di euro di risparmi chiesti dalle diverse manovre economiche all’INPS e per non tagliare l’incentivo speciale come prevede la norma approvata definitivamente con la Legge di stabilità 2013, l’amministrazione si appresta a rinviare alle proprie amministrazioni di provenienza i 700 lavoratori attualmente in comando all’INPS.
Si taglia del 20% l’organico dell’ente, non si fanno assunzioni e per giunta si fa a meno del personale in comando. Come si pensa di far funzionare l’INPS, forse affidandosi esclusivamente all’informatica appaltata all’esterno? Perché nessuno è in grado di far comprendere al Governo che non ci sono ulteriori margini di diminuzione del personale o di aumento dei livelli di produttività se non truccando i dati statistici, il tutto a scapito dei servizi erogati ai cittadini?
Ci siamo stancati di chiedere al Presidente di prendere atto del fallimento della sua gestione, anche perché Mastrapasqua ha sempre rifiutato il rapporto con USB. Resti pure all’INPS, magari accordandosi con i probabili futuri governanti del centro sinistra, noi continueremo a fare la nostra parte in difesa dell’ente e dei lavoratori che vi operano, mantenendo la nostra indipendenza da ogni schieramento politico.
Scatenare una nuova guerra tra poveri asserendo che se non si rinuncia al personale in comando si dovrà tagliare l’incentivo speciale è sgradevole e sbagliato. Perché sono sempre gli enti previdenziali a dover sopportare i maggiori tagli sia di organico che di risorse economiche? Com’è possibile che dei primi esuberi previsti nel pubblico impiego il 40% sia negli enti previdenziali?
Non ci si può certo accusare di aver alimentato o utilizzato gli istituti del comando e della mobilità a fini clientelari, abbiamo infatti sempre sostenuto la richiesta di nuove assunzioni da concorso pubblico per assicurare all’ente un necessario ricambio generazionale, tuttavia oggi ci sembra suicida rinunciare ad un numero non esiguo di lavoratori senza per altro la prospettiva di un programma di nuove assunzioni, anzi, a leggere il comma 108 dell’art. 1 della Legge di stabilità 2013 ci si accorge che la rinuncia a nuove assunzioni può contribuire a determinare i risparmi richiesti. Dove si vuole arrivare?
Dobbiamo respingere questo accanimento contro gli enti previdenziali e dire con forza BASTA ai tagli. E se si deve risparmiare si cominci per esempio a rinunciare all’installazione dei tornelli nelle Sedi e si smantellino gli inutili apparecchi emoticon voluti da Brunetta. Si riducano o, meglio ancora, si annullino i contratti con Postel, che continua a beneficiare di contratti milionari nell’incuranza generale rispetto al pessimo lavoro svolto nella scannerizzazione dei verbali relativi alle domande d’invalidità civile. Si annullino i contratti ad Eustema, la società di proprietà della Cisl, dal momento che è stata la stessa Cisl dell’INPS a chiedere di recente che si rinunci all’utilizzo delle società informatiche esterne per salvare l’incentivo speciale dei lavoratori. Si riduca il potere della KPMG e delle altre società all’interno dell’Istituto, avviando un serio programma di riqualificazione dell’informatica interna. Ma per fare questo serve un governo dell’INPS che abbia in testa un progetto di consolidamento e di sviluppo della previdenza sociale nel Paese, opponendosi, se necessario e sicuramente lo è, ad ogni tentativo di svilimento delle funzioni dell’INPS.