INSIEME VERSO LO SCIOPERO GENERALE

Comunicato n. 39/08

In allegato la mozione conclusiva del Coordinamento nazionale di Parastato

Roma -

 

Esattamente tre mesi dopo la prima iniziativa indetta da tutto il sindacalismo di base e svoltasi, lo rammentiamo, il 20 giugno u.s. sotto la Funzione Pubblica e a Montecitorio, la temperatura sembra cominciare a salire.

Le iniziative si accavallano, i comunicati delle RSU pullulano, le cancellazioni in massa dai sindacati confederali fioccano provocando l’azzeramento di intere strutture.

 

In una parola, ci si sta finalmente rendendo conto.

 

Certo, dopo anni ed anni passati a concertare di tutto e di più, svendendo pezzo dopo pezzo le conquiste di intere generazioni, risulta ora difficile ritrovare in qualche modo il bandolo della matassa per poi dipanarla. Bisognava evidentemente toccare il fondo.

Di tutto ciò sono sicuramente responsabili i ministri Tremonti, Brunetta e Sacconi, ma anche (e soprattutto) i vertici delle maggiori organizzazioni sindacali, che ancora oggi brillano incredibilmente per la loro assenza. Con buona pace della dignità dei lavoratori.   

 

Ben vengano a questo punto nella speranza che non siano tardive, tutte quelle iniziative unitarie alle quali stiamo assistendo in questi giorni, purché costruite dal basso. E che invitino naturalmente tutti i lavoratori ad aderire compatti a quello che è il momento più alto della mobilitazione: lo SCIOPERO GENERALE già proclamato dalla RdB-CUB per l’intera giornata del 17 ottobre, con relativa manifestazione a Roma.  

La mozione conclusiva del Coordinamento nazionale di Parastato svoltosi a Frascati il 20 e 21 settembre u.s. (che si rimette in allegato) del resto è molto chiara al riguardo.

 

Essa, nel ribadire la netta contrarietà alla manovra economica contenuta nella Legge 133/08 (ex D.L. 112), mette in risalto la delicatissima fase che sta attraversando il Paese e fissa nella nostra piattaforma le seguenti priorità:

 

·        la difesa della sanità, della scuola e della previdenza pubbliche;

·        la bocciatura del modello contrattuale imposto dal Governo e da Confindustria;

·       il ripristino di un meccanismo automatico di adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita simile alla scala mobile;

·        il rilancio della pensione pubblica e la ferma opposizione allo scippo del TFR;

·        l’immediata stabilizzazione di tutti i precari nella Pubblica Amministrazione;

·        maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Tergiversare ancora e dividersi sarebbe dunque un errore, questa volta imperdonabile, del quale pagheremmo tutti le spese.

Le 57 sedi che hanno finora aderito unitariamente all’appello con coerenza e coraggio sembrano andare in tal senso. Dimostrando che la ricchezza è data dalla diversità...

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio