"L'AGO" DELLA BILANCIA...
Bellissima e partecipatissima assemblea oggi dei lavoratori INPS del Lodigiano tutti presenti, con sportelli rimasti chiusi, come sempre in queste occasioni, per mancanza di operatori disponibili in sede. Ci sono stati momenti di partecipazione emotivamente molto “intensi” e i numerosi interventi che si sono susseguiti hanno sottolineato, spesso anche con enfasi, le responsabilità in merito ai risultati produttivi negativi di chi “istituzionalmente” è chiamato ad organizzare e programmare le attività della sede.
L’assemblea ha votato all’unanimità, con un solo astenuto, il documento proposto dalla RSU e condiviso anche da USB e UIL uniche OO.SS. presenti:
Stavolta non c’è troppo da discutere: i numeri sono lì, con la loro indiscutibile chiarezza: la sede Inps di Lodi è precipitata nel rendimento, a livelli molto, molto bassi. Rispetto agli anni scorsi e anche in rapporto al preventivo 2016.
Non è mai successo, da quando e stata aperta la sede, che non si raggiungessero gli obiettivi programmati.
Riguardo alla produzione, sia di quantità che di qualità, Lodi si è sempre collocata tra i primi posti in Lombardia e nel paese. Oggi scopriamo che la sede di Lodi relativamente ai risultati raggiunti nel 1° trimestre 2016, con un consuntivo di produzione fermo a 85,48 risulta essere la peggiore di tutte le sedi del nord e del centro del paese e tra le peggiori in assoluto in Italia, con la conseguente riduzione della quota incentivo liquidata nel primo trimestre ai lavoratori Lodigiani.
Si apre ora la caccia alle responsabilità.
In verità ognuno potrebbe arrivarci da solo ad individuare le cause. Anzi la causa, almeno quella principale. Basta rispondere a domande facili facili.
Chi ha in mano l’organizzazione del lavoro? Da chi dipende in misura principale il benessere lavorativo? È forse cambiata sostanzialmente la forza lavoro?
Abbiamo tutti disimparato a lavorare?
Ed ecco le risposte:
l’organizzazione del lavoro sta in mano ai dirigenti e in primo luogo al direttore, dr.ssa Lago, unico dirigente a Lodi.
Il benessere lavorativo è un clima psicologico, oltre che una condizione fisica dell’ambiente di lavoro, e dunque sta in capo a chi questo benessere lo deve suscitare e garantire. La forza lavoro è rimasta grossomodo quella dello scorso anno.
Nessuno ha disimparato a lavorare.
Sono cambiate le condizioni di lavoro come “atmosfera”.
Basta rileggersi i numerosi documenti di denuncia, prodotti nelle tante assemblee fatte dai lavoratori di Lodi in quest’ultimo anno, per capire come le scelte imposte rigidamente dalla direzione, senza nessun confronto con i lavoratori, abbiano trasformato il clima lavorativo.
Se il lavoro non è frutto di una cooperazione collettiva; se il lavoro viene impostato per dividere i lavoratori e metterli gli uni contro gli altri; se, in una parola, i lavoratori non vengono considerati come “persone” e, con loro, non vengono considerate nemmeno le loro organizzazioni, diventa inevitabile che la macchina si guasti.
Quando ci sono questi blocchi, nelle aziende private, oggi così tanto prese ad esempio, succede una cosa sola: il vertice salta, l’amministratore delegato viene cambiato. La colpa non viene attribuita al fattorino, al portinaio, all’impiegato, al quadro...
È chi decide che ne risponde in primis.
Noi, certo, rifiutiamo l’applicazione delle bieche regole esistenti nel privato, basate sullo sfruttamento del lavoro per trarne profitti sempre maggiori. Noi offriamo servizi ai cittadini e i pessimi risultati della sede dicono che le scelte organizzative “imposte” dalla direzione sono sbagliate: ci sembra corretto che a risponderne sia chi queste scelte le ha fatte, rifiutando il confronto con i lavoratori ed ignorando puntualmente le segnalazioni di malessere denunciate in tutte le assemblee della sede...
L’assemblea dei lavoratori INPS Lodi,
RSU INPS Lodi, USB, UIL