L'ARROGANZA DEL POTERE

Comunicato n. 14/10

Roma -

 

Dunque, dalla scorsa settimana per volere della CISL (la delegazione UIL si è soltanto accodata senza neppure esprimersi nel merito) si torna ai tavoli separati in via Borsi. La motivazione è dovuta (testuale) al “ritiro della firma da parte della RdB sull’accordo per l’area metropolitana ed al mancato rispetto degli impegni assunti dalle altre OOSS (leggi CGIL e CISAL ndr) sull’orario di lavoro”.

In pratica, la CISL torna ad arrogarsi il vetusto diritto di frantumare i tavoli prima di ogni discussione se, su questa o quella materia, non la si pensa tutti e comunque sempre allo stesso modo. Discriminazioni becere, alle quali francamente non eravamo certo più abituati, che credevamo definitivamente superate perché ormai sepolte da tempo nei bassifondi della Storia. Invece, il fatto che tutto sommato l’apartheid sia crollato pure  in Sud Africa non sembra insegnare nulla a chi fa della gestione del potere la propria ragione di vita. Con risibili giustificazioni ci si arrampica poi sugli specchi. Ma tanto é. Dopo i necessari chiarimenti, la riunione sulle riorganizzazioni dell’ufficio distrettuale legale e dell’area metropolitana romana è proseguita senza ulteriori intoppi, rivelandosi peraltro meno caotica ed anche più significativa del solito. 

Sul primo punto, il lavoro di collegamento definito a stella finora attivato è consistito nello scannerizzare e smistare poi alle singole sedi le pratiche di invalidità civile, con l’intervento diretto di 15 lavoratori interinali sui ricorsi, in primo grado o in appello. L’ipotesi che ci è stata prospettata prevede il monitoraggio e governo dei flussi da una parte e più in generale la coerenza con l’intero processo dall’altra. Tutta da verificare.

Sul secondo punto all’ordine del giorno, l’attenzione resta ovviamente focalizzata sul progressivo smantellamento di Roma centro con le 30 domande ad oggi già pervenute di trasferimento ad altra sede, mentre prende sempre più consistenza l’ipotesi, avanzata da noi lo scorso anno, di destinare lo stabile ad uffici politici di rappresentanza. Tutte le motivazioni finora addotte per giustificarne la chiusura, legate principalmente alla cosiddetta esiguità del proprio bacino di utenza, non trovano in realtà alcun riscontro.

Confermata anche la chiusura dell’agenzia di Fidene al prossimo 30 aprile, mentre per le agenzie di Anzio e di Montefiascone è prevista al momento l’attivazione di semplici punti cliente. E molto dipenderà da quanto vorranno fare nel merito i rispettivi sindaci.

Da rimarcare positivamente, infine, la soluzione sia pure tardivamente adottata per la vertenza avviata circa un anno e mezzo fa dal personale di Colleferro, col tanto atteso trasferimento della dirigente “responsabile” dell’agenzia in quel di Anagni e dalla quale, per la verità, arrivano già i primi mugugni. Nella speranza che non faccia altri danni.

 

 

Coordinamento Regionale RdB INPS Lazio