L'ATTIVITA' DELL'INPS E' ARTICOLATA SU PIU' TURNI DI LAVORO, CE LO DICE IL GIUDICE DEL LAVORO DI MANTOVA

Comunicato n. 22/11

Nazionale -

 

 

L’USB ha perso il ricorso per comportamento antisindacale presentato contro l’INPS a seguito della decisione del direttore della sede di Mantova di spostare l’orario dell’assemblea del 21 dicembre 2010 dalle 10.30 alle 11.32 e di considerare ingiustificata l’assenza dei lavoratori che aderirono alla decisione dell’USB di mantenere invariato l’orario di convocazione dell’assemblea.

La scusa per dar torto al sindacato di base il giudice l’ha trovata in un vecchio accordo del 2000 sull’orario di lavoro della sede di Mantova, nel quale si istituivano turni intermedi, pomeridiani, semi notturni e notturni. Senza indagare sull’attualità e sull’applicazione dell’accordo, il giudice ha così sostenuto che all’INPS l’attività è articolata su più turni di lavoro e, pertanto, come prevede in tali casi l’art. 2 del CCNQ del 7 agosto 1998, le assemblee devono essere collocate all’inizio o alla fine del turno, dando ragione a quanto sostenuto dal direttore di Mantova.

Siamo sicuri che in tanti vi state chiedendo: turni notturni all’INPS? Ma tranne in DCSIT, nelle sedi non se ne fanno ormai da tantissimi anni ed erano previsti solo per gli informatici dei CED!!! Per non parlare degli altri turni, che sono finalizzati all’apertura pomeridiana dello sportello e, laddove ancora si autorizzano, sono effettuati esclusivamente nelle giornate di apertura pomeridiana delle sedi all’utenza, una o al massimo due volte a settimana.

L’attività dell’INPS è normalmente articolata su un unico turno di lavoro antimeridiano, il resto sono, appunto, eccezioni. Quando l’art. 2 del CCNQ del 7 agosto 1998 parla di attività articolata su più turni, evidentemente si riferisce ad amministrazioni che di norma svolgono un servizio che richiede una presenza prolungata e, quindi, articolata in turni.

Vale la pena ricordare che l’assemblea convocata dall’USB si è tenuta in una giornata di lavoro in cui non era previsto lo sportello pomeridiano e in una sala collocata in un piano diverso da quello in cui si svolge l’attività d’informazione. C’è voluto un direttore “progressista” per applicare un ordine ingiusto e ingiustificato, arrivato probabilmente dai “piani nobili” della Direzione Generale per tentare di soffocare, in modo goffo e contraddittorio, il diritto d’assemblea. Un tentativo che le assemblee del 23 marzo, in solidarietà con i colleghi di Mantova, hanno fermamente rispedito al mittente. Fossimo nei panni del direttore di Mantova non ci sentiremmo tanto orgogliosi di aver ottenuto ragione con una simile sentenza, così come non ci sentiremmo a posto con la coscienza ad aver tagliato un’ora di salario ai lavoratori.

Lo scontro voluto dall’Amministrazione lo abbiamo già vinto sul piano sindacale, ristabilendo il pieno diritto d’assemblea con l’iniziativa del 23 marzo ultimo scorso.

Siamo pronti a respingere ogni altro assalto contro i diritti dei lavoratori, dovunque ce ne fosse bisogno.

Un ringraziamento e un pubblico riconoscimento va a quei lavoratori della sede di Mantova che non si sono piegati ai voleri di questa nuova classe dirigente fatta di signorsì, ma hanno mantenuto con grande fermezza la barra dritta sulla rotta della dignità, diventando esempio concreto per tutti noi.