LAUREA A PUNTI

Comunicato n.26/06

Roma -

Torniamo sulla questione delle convenzioni con le Università private, argomento che sarà trattato dalla trasmissione televisiva REPORT di domenica prossima, alle ore 21.00 su RAI 3, dal momento che il fenomeno assume ogni giorno di più caratteristiche preoccupanti.
Abbiamo aspramente criticato, qualche mese fa, la convenzione promossa dall’Istituto con l’Ateneo PIO V di Roma, per il riconoscimento ai lavoratori dell’Ente di crediti formativi utili al conseguimento della laurea in Scienze politiche.
Eccepimmo sia sui contenuti della convenzione, riservata esclusivamente al personale dell’Area C, sia sull’opportunità di attivare un rapporto preferenziale con un’Università privata ed a costi non proprio accessibili a tutti (€ 3.000 all’anno di iscrizione).
Anche l’operazione in generale ci lasciava piuttosto perplessi, perché era ipotizzabile l’avvio di una spirale senza fine con forte rischio di degenerazione.
Le nostre intuizioni sono oggi confermate dalla proliferazione incondizionata di convenzioni attivate territorialmente anche da soggetti sindacali che strappano condizioni di maggior favore per i propri iscritti, sia in termini di crediti formativi riconosciuti, sia come costi di iscrizione, falsando la naturale concorrenza tra organizzazioni sindacali per la conquista del consenso dei lavoratori.
Si è aperto un vero e proprio mercato delle lauree dove, tra l’altro, ancora una volta le regole non sono omogenee su tutto il territorio nazionale, ma affidate al caso di trovarsi a lavorare a Palermo piuttosto che a Roma o Milano. Diversi sono infatti i contenuti delle convenzioni.
Comprendiamo l’interesse e le aspettative personali dei lavoratori, tuttavia non possiamo accettare che anche questo tema diventi in futuro terreno di scontro e di divisione, magari in occasione di selezioni concorsuali interne.
E’ in atto una vera e propria degenerazione che porterà alla perdita di valore del titolo universitario, a tutto vantaggio di campagne speculative e degli interessi economici degli Atenei privati, spesso legati alla massoneria o a cordate collegate a discussi soggetti politici e di potere.
Riteniamo si debba intervenire tempestivamente per rimettere ordine in questo campo, intervenendo anche sul neo ministro dell’Università.
La laurea va salvaguardata in quanto percorso serio di approfondimento e crescita culturale, non come scorciatoia per ottenere magari qualche punto in più alle selezioni concorsuali o come patentino utile in vista di una prossima istituzione dell’Area della vice dirigenza.