L'AUTUNNO DELLA CAROTA

Cagliari -

 

Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti: l’autunno che verrà sarà determinante per il futuro dei lavoratori del pubblico impiego. Sarà una stagione all’insegna del conflitto sociale  e  della mobilitazione, il cui esito determinerà un nuovo equilibrio nei rapporti di forza per il futuro.

I segnali sono inequivocabili e destano grande preoccupazione. Il ricorso sistematico alla decretazione d’urgenza, con evidente finalità di scavalcare il dibattito parlamentare; l’anticipo della manovra in piena estate, momento in cui è più complicato organizzare una risposta di mobilitazione, il tentativo - per la prima volta nella storia del Parlamento repubblicano, bloccato dal Capo dello Stato perché reputato palesemente incostituzionale - di anticipare l’approvazione della legge finanziaria al mese di agosto senza rendere nota la contestuale manovra di bilancio, ci danno la cifra della politica economica del Governo, che si muove esplicitamente secondo un progetto di attacco frontale ai diritti e alle retribuzioni dei lavoratori e nel pubblico impiego, come noto, ha preso avvio dalla campagna denigratoria all’insegna dello slogan: “licenziare i fannulloni”.

Ad aprire formalmente le ostilità è stato il prof. Ichino, oggi deputato del PD, invocando senza mezzi termini il licenziamento dei “nullafacenti” nel pubblico impiego. Oggi questa campagna vede protagonista il ministro Brunetta, le cui dichiarazioni hanno toccato vertici di inaudita violenza verbale, al punto tale che perfino qualche esponente politico oggi definito moderato ha parlato di una “caccia alla streghe”, che colpisce indiscriminatamente tutti i lavoratori pubblici.

La  battaglia a difesa delle nostre condizioni salariali e normative è sacrosanta e merita di essere combattuta strenuamente. Tuttavia, se vogliamo capire la reale portata e gli obiettivi ultimi di questo attacco senza precedenti, è necessario allargare lo sguardo ed avere una visione d’insieme.

Non è senza significato politico il fatto che il ministro Brunetta, nella sua “crociata” contro i dipendenti pubblici - per la quale si serve dello stesso sito ufficiale della Funzione Pubblica - riceva ovazioni da parte di Confindustria, cioè dalla principale associazione beneficiaria delle politiche di privatizzazione ed esternalizzazione che diventeranno sempre più una scelta “inevitabile”, dopo che sarà smantellato quel residuo di Stato sociale ancora attivo, e di cui l’INPS rappresenta un pilastro essenziale.

L’indiscusso successo delle destre alle elezioni politiche, per quanto avvallato da una legge elettorale truffaldina, viene letto da più parti come il diritto della maggioranza a fare piazza pulita di ogni opinione contraria. Ma quello che viene spacciato per un progetto di modernizzazione della pubblica amministrazione, cela la definitiva ritirata dell’intervento pubblico, l’abbandono di ogni logica di servizio accessibile a tutti, per giustificare così il ricorso al “libero mercato”, con la conseguenza che i servizi garantiti oggi dallo Stato, domani saranno elargiti dietro lauto pagamento da parte dei cittadini.

Dobbiamo  adoperarci affinché, ancora una volta, queste ragioni non scivolino in ultimo piano. Ci consideriamo fieri di aver contribuito, con il nostro lavoro all’esistenza di quella Previdenza Pubblica che, con l’Istruzione, la Sanità e le tante conquiste dei nostri padri, concorrono a fare di questo un Paese civile e solidale.

 

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Il ministro contro la Funzione Pubblica, dopo il bastone ha promesso la carota ai somari più “laboriosi”,  magari accompagnata da encomi solenni ed elenchi dei somari più meritevoli pubblicati su internet.

 

Fare in modo che gli emolumenti stipendiali,  quelli scippati a tutti i lavoratori si trasformino in incentivi davvero “speciali” per i ciuchi più diligenti è pura perfidia.

Chi lavora sul serio non ha mai avuto l’intenzione di far parte di certe camarille affette da bulimia (una brutta disfunzione, i cui episodi, come noto, possono anche essere programmati intenzionalmente), non  partecipa a certe adunanze e sa perfettamente che alla fine «premiato» fa semplicemente rima con «raccomandato».

Salutiamo quindi con entusiasmo e rinnovato vigore l’ondata di meritocrazia che sta per infrangersi sulle aride spiagge del sacrificio della Pubblica Amministrazione, in quello che si annuncia come l’autunno della carota.

 

Coordinamento regionale  RdB-CUB INPS Sardegna