LE COSE DA FARE

Comunicato n. 15/08

Roma -

 

Il terremoto era stato annunziato. Non si è voluto irresponsabilmente tener conto di tutta una serie di chiari segnali premonitori. Fino alla conclusione estrema.

Per la prima volta, dal dopoguerra ad oggi, la “sinistra” non ha più una propria legittima  rappresentanza nel Parlamento del Paese.

L’aver indecorosamente sostenuto col voto in Parlamento un nuovo finanziamento delle missioni militari, l’accordo sul welfare che ha innalzato l’età per la pensione di anzianità e l’introduzione poi delle finestre per la pensione di vecchiaia, la mancata abrogazione della Legge Bossi-Fini del 2002 e della Legge 30 del 2003 non potevano certo portare ad altro risultato. L’astensionismo decisamente in crescita ha fatto il resto.     

 

Queste nonostante tutto le urgenze da affrontare, 5 cose che non si possono non fare:

 

La convenzione costituente - La partecipazione dei cittadini organizzati offre una spinta indispensabile per la realizzazione di una nuova fase costituente nel nostro Paese. Per questo motivo la Convenzione, già prevista con la revisione costituzionale del 2001 (che riconosceva il principio di sussidiarietà) va rilanciata ed attuata con urgenza, al fine di ridefinire uno spazio pubblico in cui sia possibile finalmente il dialogo sui beni comuni.

Un nuovo welfare - L’esigibilità dei diritti primari da parte di tutti i cittadini, a partire dalle fasce più deboli e meno rappresentate, rappresenta oggi una priorità assoluta. In particolare per quanto riguarda le persone con disabilità e le loro famiglie, gli anziani bisognosi di cura e non autosufficienti, i minori, i nuovi cittadini immigrati ed i giovani.

La sussidiarietà fiscale - Grazie alla mobilitazione di migliaia di associazioni e alla libera scelta di circa 16 milioni di contribuenti, la norma del 5 x mille (meglio conosciuta come la + dai – versi) è sopravvissuta, non senza fatica, a tre Leggi Finanziarie. Se ne chiede ora la stabilizzazione definitiva e l’aumento del tetto previsto per la cifra deducibile.

La democrazia economica - Nell’ottica di un welfare rivisitato come occasione di sviluppo per il Paese, va ripreso il percorso di riforma del Libro primo del Codice Civile, perché si riconosca ai soggetti senza fini di lucro la possibilità di esercitare attività d’impresa 

e si rilanci in questo modo la forma dell’impresa cooperativa come forma di economia.

Politica estera - La cooperazione internazionale deve diventare l’elemento centrale della nostra politica estera e delle iniziative di Pace aumentando subito gli aiuti allo sviluppo.

Insieme ad una seria e non più rinviabile riflessione su ciò che è accaduto nel Paese, c’è bisogno oggi su questi temi di riavvicinarsi ai Lavoratori. C’è bisogno ora di rimettersi al servizio della comunità. In una parola e senza dilazioni, c’è bisogno di volontariato.

 

 

Coordinamento Regionale RdB-CUB INPS Lazio