Le vanze intelligenti, Considerazioni e proposte della USB sul progetto smart friday dell'INPS

Roma -

LE VACANZE INTELLIGENTI CONSIDERAZIONI E PROPOSTE USB SUL PROGETTO COSIDDETTO SMART FRIDAY

(56/23) Non basta dire una cosa in inglese per renderla interessante o intelligente. Sarebbe già qualcosa pronunciarla correttamente.

Avviare una sperimentazione di così grande rilievo in una fase di vertice dell’ente vacante non ci pare il caso. In generale, non ci pare un tema prioritario e non se ne avvertiva la necessità. Abbiamo chiesto e ottenuto un rinvio.

Pregiudiziale per un eventuale parere favorevole di USB è il riconoscimento del buono pasto in lavoro agile e di un’indennità per l’utilizzo delle proprie utenze domestiche. L’impegno di Tridico in tal senso non ha mai avuto seguito, nonostante non vi siano impedimenti formali.

La legge istitutiva del lavoro agile nel settore pubblico ha tra i principi cardine la volontarietà, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il benessere lavorativo. Su questi punti non può esserci compromesso.

Se l’Amministrazione vuole chiudere il venerdì, quel giorno di lavoro agile deve essere in aggiunta a quelli già autorizzati.

Se il mio giorno di lavoro “intelligente” lo scegli tu, l’intelligenza che fine fa? Si alimenta così il malessere lavorativo.

Storie di schizofrenia burocratica: direttori provinciali e regionali che negano lo SW il venerdì (per impedire, in nome del benessere lavorativo, che il dipendente fuori sede possa rientrare prima a casa) mentre la direzione centrale vorrebbe imporlo.

La riduzione della spesa pubblica e il risparmio sono positivi se applicati allo spreco. Tenere aperte le sedi Inps non è uno spreco, è un investimento sui servizi ai cittadini e sul benessere dei lavoratori.

La prospettiva di aumento del fondo incentivante collegata ai risparmi è aleatoria nella praticabilità e, eventualmente, nell’importo.

La chiusura del venerdì non avrebbe solo effetti di risparmio e riduzione degli spostamenti per andare al lavoro. Si taglierebbero posti di lavoro nell’indotto (vigilanza, pulizie, ristorazione).

I Centri Medici Legali hanno un pesante arretrato di visite e non si possono chiudere il venerdì. L’asilo nido di via Ballarin in direzione generale non si può chiudere.

Non accettiamo alcuna forma di “recupero” in altri giorni delle ore di apertura degli sportelli che si perderebbero il venerdì. No al ritorno alle aperture pomeridiane.

L’ipotesi di sperimentazione deve eliminare ogni ipotesi di obbligo a carico del lavoratore, riguardo alla sottoscrizione di un nuovo accordo e alla scelta del giorno “intelligente”. Secondo l’Amministrazione, il lavoratore dovrebbe “chiedere” ciò che lei stessa ha deciso unilateralmente.

C’è il dubbio di profili di illegittimità e di potenziali clausole vessatorie da cui potrebbe derivare pesante contenzioso. Il buon senso e la “smartness” consigliano una pausa di riflessione.

Quando si ipotizza che il dipendente non aderente al venerdì intelligente potrà chiedere di lavorare in presenza in un’altra sede, va precisato che tale sede dovrà essere quella più comoda per lui tra quelle disponibili anche attivando il cosiddetto coworking con altri enti pubblici. Se da Livorno mi mandi a Pisa il venerdì non favorisci il mio benessere lavorativo. E neppure se mi spedisci all’altro capo di una grande città.

Ai colleghi fuori sede evidenziamo che lo “Smart Friday” non porta di per sé alcun vantaggio. Non è un giorno in più autorizzato ma solo un giorno scelto dalla controparte.

Abbiamo evidenziato molte criticità che richiedono una riflessione e ulteriore confronto, mantenendo i punti fermi della volontarietà e del benessere lavorativo.

Il venerdì come ci viene prospettato dall’informativa non è né bello né intelligente.

 

Padre: “Quest’anno facciamo la partenza intelligente!”

Figlio: “Perché, tu non vieni?”                 (Altan, 2006)