LEGGE DI STABILITA' 2013, RESTA IL TAGLIO DEI PROGETTI SPECIALI. LA MOBILITAZIONE ORA SI SPOSTA NEGLI ENTI

Comunicato 2/13

Nazionale -

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale la Legge di stabilità 2013 è diventata operativa. La manovra economica si presenta con un unico articolo suddiviso in 560 commi. Confermata la richiesta di risparmi aggiuntivi per 300 milioni annui fatta agli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici (comma 108). Purtroppo confermata anche la previsione di attingere alle risorse destinate ai progetti speciali di cui all’art. 18 della Legge 9 marzo 1989, n. 88, (comma 110) qualora gli enti attraverso la riduzione della spesa o le altre attività indicate al comma 108, tra le quali la rinuncia a fare nuove assunzioni, non raggiungano i risparmi aggiuntivi previsti.


 
La mobilitazione dei lavoratori espressa a livello territoriale con ripetute iniziative molto partecipate e a livello nazionale con manifestazioni e presidi ha prodotto il cambiamento della norma iniziale, che prevedeva il taglio dei progetti speciali come unica fonte di finanziamento dei 300 milioni di risparmio previsti. Significativa per la numerosa presenza e partecipazione di lavoratori ed RSU e per il rilievo politico assunto è stata  l’assemblea nazionale organizzata da USB in Piazza Montecitorio il 13 novembre scorso.


 
Ora la mobilitazione si sposta all’interno dell’ente. Dobbiamo impedire all’amministrazione di tagliare le risorse destinate ai progetti speciali e, di conseguenza, gli incentivi dei lavoratori. Dobbiamo altresì impedire che la ricerca di risparmi aggiuntivi comporti l’azzeramento di nuove assunzioni e un’ulteriore diminuzione di lavoratori attivi, per esempio rinunciando al personale attualmente in comando presso l’ente. L’amministrazione intervenga in modo deciso a ridurre il peso delle società esterne e si avvii un piano logistico nei territori per razionalizzare la spesa per affitti di locali ad uso istituzionale, dopo la dissennata ondata di dismissioni del patrimonio immobiliare frutto di una politica di corto respiro che continua a razziare risorse nel pubblico impiego e, in particolare, negli enti previdenziali e di assistenza sociale pubblici.

 USB è pronta a chiamare nuovamente i lavoratori alla mobilitazione qualora dall’amministrazione non dovessero arrivare precise rassicurazioni.