LETTERA APERTA AI RIVOLUZIONARI DEL FERRAGOSTO

Nazionale -

(97/21) Cari rivoluzionari della paletta e del secchiello,

prima accettate senza colpo ferire l’introduzione delle pagelline, strumento di valutazione superato, divisivo, inefficace, poi ci chiedete di esultare perché a luglio del 2021 ci è stato erogato un acconto sul saldo della produttività 2020, a sette mesi dal termine dell’anno di riferimento, ora vi “scaldate” perché la direzione centrale pianificazione e controllo ha rivisto al ribasso il valore di un’attività. Vi è andata la sabbia negli occhi? Vi hanno rubato la formina che più preferite?

Sono anni che va avanti questo giochetto di modificare in corsa il valore dei cosiddetti prodotti, finendo per penalizzare il lavoro dei colleghi rispetto agli obiettivi di produttività declinati dall’amministrazione. È l’intero sistema che non va, non solo la pesatura delle singole attività. Lo stiamo denunciando da anni, in piena solitudine, chiedendo di agganciare l’incentivo al servizio reso ai cittadini. Che senso ha assegnare un valore ad alcune attività trascurandone altre? Si ha l’effetto che per essere sicuri di raggiungere gli obiettivi di produttività richiesti si trascurino le attività alle quali non viene assegnato un valore o il punteggio riconosciuto è minimo. Così alcune attività o prestazioni finiscono dimenticate nei cassetti.

Per la verità ci spingiamo anche oltre e da tempo chiediamo che le risorse del salario accessorio, compreso l’incentivo, siano stabilizzate, rese certe e stabili, perché si tratta in buona parte di aumenti contrattuali dirottati nei Fondi invece che nello stipendio tabellare dei lavoratori, quindi in definitiva sono soldi nostri che l’amministrazione si trattiene e per riaverli ci chiede in cambio il raggiungimento dei parametri di produttività decisi unilateralmente dalla controparte datoriale. Da voi non abbiamo mai sentito una parola in tal senso e continuate a sostenere meccanismi che andrebbero profondamente rivisti.