MAGGIORAZIONE ORARIA PER FRONT-OFFICE SERVE “L’INTERPRETAZIONE AUTENTICA” / MODALITA’ DI ATTRIBUZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

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Roma -

Quando lo scorso 19 aprile, commentando il contratto integrativo INPS 2018, scrivemmo che la maggiorazione oraria per attività di front-office per come era stata scritta la norma sarebbe stata di difficile applicazione nessuno ci diede retta. Ora scopriamo che probabilmente avevamo ragione se chi ha firmato l’accordo ritiene necessario incontrarsi per interpretare quello che è stato scritto.

Oggi pomeriggio i sindacati che hanno firmato il contratto integrativo 2018 s’incontreranno con l’amministrazione per concordare un’interpretazione autentica dell’art. 14, comma 2, lettera k del CCNI, la norma che riconosce appunto una maggiorazione stipendiale a chi svolge attività di front-office.

Ribadiamo qui quella che è sempre stata la nostra posizione: la maggiorazione oraria della retribuzione spetta a chiunque svolga attività d’informazione, quindi non solo lo sportello in senso stretto ma anche  consulenza, agenda appuntamenti ecc.. Inoltre, tale maggiorazione deve essere calcolata sul tempo effettivo dell’attività d’informazione e non su quello teorico stabilito dagli accordi o dalle disposizioni territoriali dei dirigenti. Se è previsto che lo sportello apra per quattro ore giornaliere ma l’attività si prolunga oltre tale orario, la maggiorazione deve essere calcolata sull’orario effettivo.

Ci aspettiamo che chi ha firmato il contratto integrativo agisca con serietà e coerenza, evitando soluzioni rabberciate.

 

MODALITA’ DI ATTRIBUZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

SERVE UNA SVOLTA CHE SUPERI IL CLIENTELISMO

 

Sempre nel pomeriggio di oggi le organizzazioni sindacali presenti al tavolo sindacale nazionale affronteranno il tema delle modalità di assegnazione delle posizioni organizzative, nonché quello dell’istituzione della posizione organizzativa di “Responsabile Agenzia Servizi Istituzionali”.

Su questo argomento non possiamo che ribadire con forza quella che è sempre stata la nostra posizione:

  • innanzitutto il finanziamento delle posizioni organizzative non deve ricadere più sul Fondo delle Aree A-B-C ma deve essere messo a carico del bilancio dell’Istituto, perché non si è mai visto che l’organizzazione del lavoro la paghino i dipendenti;
  • le modalità di attribuzione delle posizioni organizzative devono essere trasparenti ed oggettive, quindi prevedere una prova selettiva per valutare le conoscenze professionali del candidato ma anche le capacità gestionali del personale assegnato attraverso, ad esempio, la valutazione del potenziale, utile a verificare le attitudini di chi si candida a ricoprire compiti di guida di gruppi di lavoro, come la gestione dei conflitti e delle criticità;
  • le posizioni organizzative devono essere ancorate al coordinamento dell’attività di gruppi di lavoro e mai assegnate a singoli funzionari che non abbiano personale da coordinare;
  • vanno aboliti i colloqui con i nuclei di valutazione poiché risultano modalità eccessivamente discrezionali che non offrono garanzia di trasparenza ed imparzialità.
     
    Guarderemo con grande attenzione al dibattito che animerà i lavori del tavolo sindacale nazionale, poiché quello delle posizioni organizzative è un tema per noi dirimente tra un vecchio sistema clientelare in cui forte è stata la commistione tra dirigenza e sindacati ed una nuova fase che speriamo si apra al più presto, in cui prevalga il merito effettivo e siano assicurate a tutti pari opportunità.