MERCATO SENZA ETICA

Comunicato n. 40/08

Roma -

Dopo innumerevoli avvisaglie, per evitare che il sistema finanziario americano e dunque mondiale crollasse di colpo, la scorsa settimana è intervenuto incredibilmente lo Stato. 

Il mercato senza regole ha dimostrato ancora una volta di essere del tutto incapace di governarsi da solo e, del resto, non era difficile prevederlo. 

L’assenza di regole anche minime comunque da rispettare ha portato ad una instabilità politica mondiale decisamente inusitata e pericolosa. 

Eppure, i criteri per provare ad uscire dall’attuale crisi finanziaria erano stati indicati e da tempo: indispensabile trasparenza delle contabilità, meccanismi di redistribuzione immediata, regole certe contro i monopoli.  

A distanza di un paio di decenni, nulla è stato fatto in questa direzione. I più forti oggi continuano a prevalere senza alcuno scrupolo a danno dei più deboli. La giungla è totale, la crisi pure. Ripercorriamone l’iter.  

Il cosiddetto boom economico senza fine è iniziato nel 1979, quando l’allora presidente della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) Paul Volker provocò ad arte un violento rialzo dei tassi di interesse per combattere l’inflazione.

La manovra finanziaria consentì all’epoca di ottenere subito ingenti profitti nonostante la crisi. Negli USA sorsero gli yuppie e in Italia il popolo dei BOT. 

Successivamente, la rivoluzione informatica creò il nuovo mercato globale e strumenti finanziari da una parte sempre più evoluti, dall’altra sempre più rischiosi ed iniqui. Ma di questo non ci si è minimamente preoccupati, nonostante i buoni propositi.  

Tutti i tentativi avviati in controtendenza, infatti, sono stati tacciati di ostacolare il crescente boom economico, la modernità e addirittura il progresso. 

La miopia di operatori finanziari spregiudicati a livello internazionale ha fatto il resto.

In sostanza il popolo dei BOT, dopo essere stato improvvidamente spedito nell’oceano aperto dei fondi di investimento, si è ritrovato da solo ad affrontare la tempesta.  

Una tempesta determinata da titoli bancari in caduta libera e continue speculazioni, da fallimenti a catena e nuovi improponibili investimenti (vedi comunicato 33/08).

La realtà è che il mercato così congegnato ha mostrato di essere un gigante dai piedi d’argilla. In una parola ha toccato il fondo. E potrebbe crollare improvvisamente. 

Per poter fronteggiare adeguatamente la situazione è indispensabile invertire la rotta. Riproporre subito l’applicazione dei 3 criteri di cui sopra appare dunque un compito non più eludibile, oltre che una precisa responsabilità politica.

Altrimenti, questo mercato senza etica produrrà, inevitabile, una catastrofe collettiva.

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio