NESSUNO SI CHIAMI FUORI!
La campagna di diffamazione dei dipendenti pubblici ordita dal Ministro Brunetta ha raggiunto il suo scopo, ed il vero e proprio assalto ai dipendenti dell’INPDAP, avvenuto in questi ultimi giorni, ne è la prova più evidente.
Sputi, botte, occhiali spaccati, dirigenti costretti a chiamare le forze dell’ordine per tutelare l’incolumità dei lavoratori, ai quali il Governo ha tolto il salario accessorio e l’Amministrazione insieme con le OO.SS., firmatarie dell’accordo sull’Art.32, non sono state in grado di riconoscere neanche l’indennità di disagio, forse per loro sputi e botte non rientrano nella definizione di disagio.
Per non parlare del C.I.E. 2008 con il quale le indennità vengono del tutto sospese.
Sia chiaro non è, come abbiamo sempre detto, solo una questione di soldi, ma di dignità dei lavoratori che, non da oggi, sembra essere stata espulsa dall’attenzione dei nostri Vertici.
Esprimendo la più grande e sentita solidarietà ai lavoratori delle Sedi, la RdB ha già dato il via, nella mensa della Direzione Generale a via Ballarin, ad una campagna di denuncia degli sprechi e sperperi clientelari, impegnandosi a promuovere nella prossima settimana iniziative di lotta, alle quali chiede la più grande partecipazione anche, e forse bisognerebbe dire soprattutto, ai colleghi delle Direzioni centrali.
Vogliamo essere chiari, questa gravissima situazione ha molti padri e molte madri, in quanto figlia di un modo di pensare all’INPDAP solo come terra di conquista per le clientele di ieri e di oggi.
Di fronte a pensionati che svengono ed urlano di disperazione, nessuno dei Vertici dell’Istituto, dopo la recente approvazione del Nuovo Ordinamento dei Servizi, può chiamarsi fuori.
La responsabilità di aver letteralmente abbandonato le Sedi provinciali al loro destino, dirigenza e lavoratori tutti, è un fatto che i gravissimi episodi dei giorni scorsi hanno semplicemente fatto emerge occasionalmente con tutta la loro portata.
Se qualcuno ha pensato che i rapporti dell’Istituto con i propri iscritti e pensionati si potessero risolvere con la nomina di un portavoce e di un consulente per la comunicazione, deve ammettere di essersi sbagliato alla grande e tornare immediatamente sui suoi passi, cancellando dal sito ufficiale dell’Istituto, come primo atto di ravvedimento, quella assurda ed inaccettabile campagna di promozione elettorale realizzata con il cosiddetto “giornalino”.
Basta con gli effetti speciali, quello che è accaduto è troppo grave perché qualcuno si chiami fuori.