NON SI E' VOLUTO STABILIZZARE UNA QUOTA D'INCENTIVO, PRIMA GRANDE LACUNA DEL CONTRATTO INTEGRATIVO 2012. RESTA L'INCERTEZZA SULLE RISORSE PER I PROGETTI SPECIALI

Comunicato n.22/13

Nazionale -

La prima proposta che abbiamo avanzato al tavolo sindacale nazionale, all’apertura della contrattazione integrativa 2012, è stata la stabilizzazione di una quota d’incentivo proponendo l’introduzione di una nuova voce mensile del salario accessorio o l’aumento del valore degli istituti già esistenti (TEP/Assegno di garanzia), per togliere peso all’incentivo e non subire il costante ricatto del governo e dei ministeri vigilanti.

 

Su questa fondamentale richiesta è mancato il sostegno delle altre organizzazioni sindacali, alcune delle quali oggi, a contrattazione conclusa, scoprono l’importanza della sottrazione di risorse all’incentivo per renderle fruibili mensilmente, mentre da parte dell’amministrazione c’è stato un atteggiamento ondivago, con un susseguirsi di bozze di accordo nelle quali la proposta di aumento di TEP e Assegno di garanzia dapprima è stata prevista per tutti, per poi ridursi alle sole sedi sperimentali del processo d’integrazione e, alla fine, sparire del tutto dal testo dell’accordo. Con molta chiarezza il Direttore generale ha spiegato che un incentivo consistente serve all’amministrazione per spronare i lavoratori a produrre sempre di più e l’ente non è disposto a cedere una strategica leva gestionale.

 

La divisione sindacale ha favorito l’amministrazione, che ha incassato la firma di CISL e UIL su un testo di accordo definitivo addirittura peggiorativo delle precedenti bozze. Un “capolavoro” di contrattazione, in perfetto stile consociativo e complice.

 

Mettere in sicurezza l’incentivo serviva ad evitare l’incertezza tuttora presente sulla quantificazione delle risorse per i progetti speciali del 2013, poiché l’ente deve assicurare al 31 ottobre di quest’anno 240 milioni di risparmi, da reperire eventualmente anche con il taglio delle risorse destinate ai progetti speciali.

Chi ha firmato l’accordo 2012 dovrebbe essere chiamato a rispondere di questa imprudenza.