PASSAGGI DI AREA E PASSAGGI ECONOMICI
Comunicato n. 70/19
PASSAGGI VERTICALI DI AREA
Il 31 luglio si riunirà il tavolo sindacale nazionale per discutere delle modifiche da apportare alla determinazione presidenziale N. 177 del 2018, con la quale Boeri aveva stabilito i criteri per i passaggi verticali verso le Aree B e C.
La USB propone che siano presi in considerazioni tre criteri:
- anzianità lavorativa – calcolare l’intera anzianità lavorativa maturata anche in altre amministrazioni del pubblico impiego e quella maturata nella posizione economica di appartenenza;
- titolo di studio – per chi deve passare all’Area B la norma contrattuale prevede il possesso del diploma di scuola media superiore, mentre per il passaggio all’Area C la laurea triennale. Ogni titolo di studio superiore o master universitari di specializzazione possono dar luogo a punteggi aggiuntivi, facendo attenzione ad assegnare un punteggio massimo al titolo di studio che non vanifichi l’anzianità lavorativa e la prova selettiva. USB è contraria ad inserire tra i requisiti per la partecipazione alla selezione il patentino B della lingua inglese;
- prova selettiva – la prova di esame a parere della USB deve consistere in un numero definito di test di natura professionale scelti tra una rosa di test pubblicati almeno trenta giorni prima della prova. USB è contraria ad elaborati scritti ed al colloquio con la commissione d’esame, anche per rendere più agile l’intero percorso selettivo.
PASSAGGI ECONOMICI 2019
Se il tavolo sindacale nazionale non chiude in fretta il contratto integrativo 2019, la cui discussione deve essere ancora avviata, c’è il rischio che neanche quest’anno le lavoratrici ed i lavoratori delle Aree A e B riescano a passare almeno ad A3 e B3. La USB aveva chiesto insistentemente che i colleghi che avevano ottenuto già un passaggio economico con le selezioni 2016 potessero partecipare alle selezioni di recupero previste nel 2018. Le altre organizzazioni sindacali si sono opposte sostenendo che quelle selezioni dovessero riguardare solo chi non avesse potuto partecipare alle selezioni 2016 perché in comando e non in ruolo, perché assente per malattia o chi, pur partecipando, non avesse superato la prova a test. Una scelta incomprensibile, che oggi rischia di determinare ulteriori danni.