PAZIENZA E RANCORE prime riflessioni sulla proposta di NUOVO sistema di valutazione

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PAZIENZA E RANCORE

PRIME RIFLESSIONI SULLA PROPOSTA DI “NUOVO” SISTEMA DI VALUTAZIONE

(C59/2024)  Il documento proposto dall’Amministrazione per la revisione – dal 2025 - del sistema di valutazione individuale all’Inps, è deludente. La parte “politica” richiama in ampie parti sia la recente “direttiva Zangrillo” per il rinnovo dei CCNL che la disastrosa legge 150/2009 (Brunetta), riproponendo in modo acritico formule usurate e idee stantie, nate già vecchie e del tutto scollegate dalla realtà dei posti di lavoro.

Dal punto di vista operativo la bozza recepisce – in modo però ancora lacunoso e insufficiente - alcune delle richieste di USB: la riduzione della scala dei punteggi da 7 a 5 posizioni, la previsione di una più tempestiva consegna delle schede e di un meccanismo formale di tutela contro le valutazioni insufficienti.

Tuttavia, questi elementi migliorativi vengono inficiati dal netto peggioramento che incide su altri aspetti.

Inaccettabile il coinvolgimento dei funzionari nella valutazione dei collaboratori (compito strettamente dirigenziale) e inaccettabile il principio per cui si debbano obbligatoriamente differenziare le valutazioni: il modo perfetto per rovinare un gruppo di lavoro affiatato, mortificando immotivatamente qualcuno. La previsione di non valutare positivamente chi non differenzia ha una componente che sfiora il sadismo.

La riduzione del peso relativo degli obiettivi di gruppo aumenterà il grado di discrezionalità del valutatore. Elementi soggettivi come le “abilità” e altri definiti in modo generico come il “contributo individuale” dovrebbero pesare, secondo l’Amministrazione, per l’80% nella composizione del punteggio.

Citando il ministro Zangrillo, nel testo si afferma che “valutare il merito significa, in fin dei conti, occuparsi del benessere delle persone”. Un totale stravolgimento della realtà, dove gli effetti negativi delle pagelle sono dirompenti. In un recente intervento, anche il presidente Aran Naddeo – non certo un amico dei pubblici dipendenti – ha parlato di “mito della performance” nella Pubblica Amministrazione, evidenziando come l’ideologia che la sottende stia mostrando la corda.

Alla mostra di fumetto e cultura pop Napoli Comicon di qualche anno fa campeggiava ovunque un grande manifesto della casa editrice Feltrinelli illustrato dal famoso fumettista Zerocalcare con un suo autoritratto e la scritta “Pazienza e Rancore”. Questi due aggettivi sono perfetti per descrivere gli effetti delle pagelle sullo stato d’animo dei lavoratori dell’Inps. Altrettanto bene potrebbero servire “mutismo e rassegnazione”. All’ultimo tavolo sindacale siamo stati informati che le richieste di conciliazione per le pagelle 2023 sono poco meno di 200. Il numero è indubbiamente basso rispetto ai circa 24000 dipendenti delle Aree che hanno subito la valutazione ma altrettanto indubbiamente non è indicativo di consenso ma di paura di ritorsioni, speranza di maggiore benevolenza futura, sopportazione in silenzio.

Continuare con le ipocrisie lessicali per nascondere le brutture del sistema sotto un tappeto di belle parole non porterà niente di buono e alimenterà solo ulteriore rancore da parte dei lavoratori, la cui pazienza invece prima o poi potrebbe davvero finire.