PER NON LASCIARVI SOLI

C'è tempo fino al 30 dicembre per iscriversi all'USB INPS e darci una mano a diventare ancora più rappresentativi.

Compilate il modulo d'iscrizione (in allegato) e consegnatelo nella segreteria della vostra Sede. Una copia fatela pervenire alla struttura USB di Sede o inviatecela al nostro indirizzo di posta elettronica rdb@inps.it o per fax al N. 0659057487

 

Comunicato n. 64/11

Nazionale -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER NON LASCIARVI SOLI

 

Chi è in servizio tra il 27 e il 30 dicembre, giornate che sembrano quasi sospese tra la festività del Natale e l’attesa del Capodanno, merita secondo noi la stessa attenzione e informazione garantita nei periodi in cui la presenza è a pieno regime, anche perché i problemi non vanno in ferie e non sospendono i loro effetti in concomitanza con sacre o popolari festività.

 

INCENTIVO 2010

Non ce ne voglia l’amministrazione o le altre organizzazioni sindacali se comunichiamo che è alla firma un provvedimento per il riconoscimento del 100% dell’incentivo 2010 a Salerno e Andria e del 90% a Rieti. Troppo tempo è passato e lasciare i lavoratori ancora nell’incertezza non ci sembra giusto né rispettoso. Con questa decisione si chiude probabilmente in modo definitivo il capitolo incentivazione 2010. L’impegno costante dell’USB ha prodotto negli ultimi mesi risultati concreti per diverse Sedi che inizialmente avevano subito una decurtazione, recuperata poi pienamente, o che avevano subito una penalizzazione più grave che è stata poi attenuata, come nel caso recente di Rieti. Insieme a CGIL e CISAL, USB è stata protagonista di una vertenza per il riconoscimento dell’incentivo pieno a tutte le Sedi. Se l’obiettivo non è riuscito in pieno, non vanno tuttavia sottovalutati i risultati positivi ottenuti, perché non erano per nulla scontati. Fosse stata ancora maggiore la mobilitazione da parte delle Sedi interessate, è probabile che si sarebbe potuto ottenere anche di più.

A febbraio del 2012 con molta probabilità saranno erogate le differenze d’incentivo 2010 rispetto all’iniziale decurtazione e ripartite tutte le risorse residue del Fondo 2010, tranne le somme necessarie a pagare i passaggi che l’amministrazione tratterrebbe a scopo cautelativo.

 

MASTRAPASQUA E LE PENSIONI

“Abbiamo messo in sicurezza il sistema”. E’ quanto ha affermato ieri il presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, diffondendo i dati sulle pensioni liquidate nei primi undici mesi del 2011. Il riferimento è al recente intervento sulle pensioni contenuto nella manovra economica del governo Monti. Non è la prima volta che Mastrapasqua rilascia questa dichiarazione. Fino a pochi mesi fa, infatti, il presidente dell’INPS sosteneva che non era necessario alcun intervento sulle pensioni, perché la riforma delle riforme era stata quella di agganciare l’età pensionabile all’aspettativa di vita e l’introduzione della finestra mobile di uscita dal lavoro aveva completato il quadro delle riforme. Anche allora aveva affermato che il sistema era in sicurezza.

Cos’è che ha fatto cambiare idea al presidente dell’INPS, fino a fargli affermare che la transizione era troppo lenta e l’età media si allungava troppo poco rispetto alla crescita dell’aspettativa di vita? Forse saremo maliziosi, ma tali affermazioni sono successive al cambio di governo ed è ormai risaputo che uno dei principali obiettivi del nuovo esecutivo, e del ministro Fornero in particolare, era proprio una nuova riforma delle pensioni. Che tempismo!!!

Dai dati forniti ieri dall’INPS sulla liquidazione di nuove pensioni nei primi 11 mesi  del  2011, risulta  una forte diminuzione dell’insieme  delle  pensioni (-29,5%) rispetto allo stesso periodo del 2010. Diminuite soprattutto le pensioni di  vecchiaia (-39,4%), mentre  le  anzianità  fanno  registrare  un   -20,1%. Crollo delle pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti (- 48%).

Il presidente dell’INPS nelle dichiarazioni di ieri ha sottolineato che nel nostro Paese l’assegno pensionistico ha ancora una copertura troppo alta rispetto all’ultimo stipendio (80%),mentre nel resto dell’Europa, come in Germania, la pensione è pari al 58,4% dell’ultima retribuzione. Per questo era necessario l’intervento della manovra di Natale. Ora il sistema è in sicurezza.

Ma lo sa Antonio Mastrapasqua che il 50% delle pensioni erogate dall’INPS è al di sotto dei 500 euro mensili e che fino all’importo di 1.400 euro mensili lorde sono comprese più del 75% delle pensioni erogate dall’ente previdenziale che dirige? Cosa vuole, che i pensionati italiani siano costretti a fare tutti la fila alla Caritas per sopravvivere? Perché non chiede al governo un serio programma di lotta all’evasione contributiva? Perché non si spende per chiedere che il lavoro dipendente a tempo indeterminato torni ad essere la principale, se non l’unica, fonte di rapporto di lavoro subordinato, spazzando via tutti i contratti atipici che hanno inquinato il mercato del lavoro e costretto alla precarietà milioni di lavoratori?

I dati forniti ieri dall’INPS fanno capire con chiarezza che l’intervento sulle pensioni del governo Monti non era necessario per la tenuta del sistema ma mira solo a fare cassa. La gestione dei lavoratori dipendenti è in attivo, così come la gestione separata dei parasubordinati. Le gestioni storicamente in passivo sono quelle dei dirigenti d’azienda, degli agricoli e il Fondo clero. Il passivo dei dirigenti d’azienda è stato ereditato dall’INPS con la soppressione dell’INPDAI, mentre la gestione agricoltura è inquinata da prestazioni derivanti spesso da rapporti di lavoro fittizi, in mano alla malavita organizzata. Invece del bisturi si continua a intervenire con la mannaia.