PRONTO? È LA VIGILANZA VORREMMO VENIRE IN AZIENDA, DISTURBIAMO?
(130/21) Nel presentare il disegno di legge sulla concorrenza alcuni giorni fa il ministro Brunetta ha lanciato un preciso monito a tutti i settori addetti alla vigilanza sul lavoro – Lasciate in pace le imprese.
Il succo del ragionamento del politico fautore della “rivoluzione gentile”, che guarda in modo compiacente ai padroni e ostile ai lavoratori pubblici, è il seguente – Se proprio dovete recarvi in azienda per svolgere la vostra attività di controllo provvedete ad annunciarvi preventivamente con una telefonata, concordate data, modalità, orari. E quando vi recate presso la sede di un’impresa se fate parte della Guardia di Finanza o del corpo dei Carabinieri fatelo in borghese, senza divisa e mitragliette spianate, per evitare che qualcuno si spaventi o ci si accorga che siete andati ad effettuare controlli.
Ascoltare quei ragionamenti dal capo della pubblica amministrazione, che dovrebbe favorire e organizzare la lotta all’evasione contributiva e fiscale, investire nell’attività di controllo delle imprese per contrastare le illegalità e tutelare la vita e la salute dei lavoratori, fa provare amarezza e rabbia. Non si può liquidare la questione con la considerazione che siamo di fronte al solito provocatorio Brunetta.
È anche vero che quantomeno dal decreto legislativo n. 124 del 2004 in poi si è ripetutamente tentato di mettere la museruola alla Vigilanza, lamentando la ripetitività delle ispezioni da parte dei diversi settori, problema agitato artificiosamente per indebolire l’azione di controllo. La costituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro, figlio della riforma del lavoro del governo Renzi, ne è la prova.
USB, dopo lo sciopero dell’11 ottobre, ha organizzato per il prossimo 4 dicembre il “NO DRAGHI DAY” con l’obiettivo di mandare a casa il governo, Brunetta compreso. Non facciamoci abbindolare da chi vuole far passare la narrazione di un PNRR a favore di lavoratori e cittadini, mentre le scelte fatte favoriscono in massima parte le imprese, non solo foraggiandole economicamente ma continuando ad alimentare il lavoro precario. Sosteniamo le iniziative della USB, rivendichiamo il rafforzamento della Vigilanza in tutti i settori di lavoro, comprese le funzioni svolte dall’INPS e che rischiano di essere sottratte all’Istituto nei prossimi anni se non si modificherà la norma che impedisce l’assunzione di nuovi ispettori di vigilanza.