RIORGANIZZAZIONE: A CHE SERVE? A CHI SERVE?
L’ultimo rapporto ufficialmente pubblicato dal Commissario - Presidente Mastrapasqua in merito alla produzione dell’INPS è la Determina 79/2010, che riporta i dati relativi al 2009.
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Cifre alla mano:
- rispetto all’anno precedente si documenta un aumento della produzione del 12% a fronte di una diminuzione del personale del 5,2%, con un incremento di produttività del 16,1%;
- a tutto ciò corrisponde un aumento di efficienza del 11,6%, di efficacia del 10,3% e un miglioramento di economicità del 2,8%.
Le condizioni sociali del paese hanno richiesto uno sforzo supplementare dei Lavoratori dell’Istituto che ha consentito nel solo Processo a Sostegno del Reddito:
- un aumento di produzione del 31,37%;
- dal 75,26% al 82,98% delle prestazioni siano state liquidate nei primi 30 gg;
- dal 98,57% al 98,96% delle prestazioni siano state erogate nei primi 120gg;
- a ciò è corrisposto un risparmio economico del 31,45% per riduzione di interessi passivi, pari a 4,19 milioni di euro.
Dati impressionanti per qualsiasi azienda, non solo pubblica, ma persino privata, che saranno persino superati dai prossimi dati relativi al 2010, nonostante l’ulteriore riduzione di personale per pensionamento.
In cambio:
- gli stanziamenti a favore degli incentivi sono stati ridotti;
- gli straordinari sono stati finanziati con lo stesso fondo a cui fanno riferimento istituti come prestiti, borse di studio, mutui, ecc., cioè risorse degli stessi Lavoratori;
- i “passaggi di livello” sono stati autofinanziati con il recupero del salario di anzianità (per questo alcuni C1 che percepiscono uno stipendio inferiore rispetto a quando erano B3…;
- è stato annunciato un blocco degli aumenti salariali per i prossimi 4 anni.
Ma allora come si spiega che di fronte ad un’organizzazione così efficiente, basata sui processi, l’amministrazione decide di “investire” 17 milioni di euro (il prezzo della consulenza della KPMG) per riorganizzare l’Istituto?
Una spiegazione si può trovare ricorrendo alla lettura del recente “Collegato al Lavoro”.
La portata di questo mostro giuridico, approvato dal Parlamento con un’opposizione di facciata e con un’evidente sottovalutazione da parte di quasi tutte le forze sociali e politiche, è enorme.
In riferimento alla nostra domanda, possiamo leggere che all’art.13 si prevede la possibilità di cedere attività svolte dalla Pubblica Amministrazione ad altri soggetti privati. In conseguenza di questo, il personale ritenuto in eccedenza potrà essere “collocato in disponibilità”, creando le condizioni per il licenziamento di dipendenti pubblici che non trova precedenti nella storia repubblicana!
Per poter cedere delle attività al privato è necessario però che il lavoro all’interno dell’INPS, attualmente basato sull’Operatore Unico, debba essere ridisegnato in base a linee di prodotto e parcellizzato: questo è il vero obiettivo della riorganizzazione!
L’erosione delle funzioni del nostro Istituto è stato portato avanti con metodo ormai da diversi anni e dal momento della perdita della sua autonomia di bilancio l’INPS ha:
- ceduto la riscossione dei contributi;
- esternalizzato l’informatica;
- affidato ai patronati lavori che sono divenuti loro esclusiva competenza;
- studiato e attuato modalità che sottraessero giorno dopo giorno al proprio controllo compiti istituzionali.
A questo proposito con un comunicato stampa di settembre si è annunciato che dal gennaio 2011 sono presentabili esclusivamente per via telematica le richieste di prestazioni come: la disoccupazione, la mobilità, l’iscrizione e variazione per la gestione separata, i lavoratori domestici, le richieste per l’ISEE, gli assegni familiari, le ricostituzioni, le cure termali, arrivando a prevedere entro la fine del 2012 che tutte le richieste di prestazione all’INPS potranno essere presentate soltanto ON-LINE. Ovvero, qualora non si possa farlo, rivolgendosi all’assistenza di un patronato!
A ciò aggiungiamo la pervicacia con cui l’Istituto si prepara a rilanciare il progetto "Emoticon", estremamente dispendioso e fino ad oggi fallimentare, perché ha trovato un riscontro praticamente nullo da parte dell’utenza: forse le prevedibili ricadute del peggioramento dei servizi sull’utenza potranno dare ai cittadini l’occasione di sfogare il loro disagio sul solito impiegato pubblico “fannullone” e rendere la privatizzazione dell’INPS un evento atteso e invocato!
E i sindacati? Restano a guardare? Purtroppo no, i “sindacati concertativi” hanno contribuito attivamente a questa situazione!
Quando il lavoro si è trasformato in Italia in tutte le possibili forme di precariato, questi sindacati non si sono indignati: essi controllavano le agenzie di lavoro interinale.
Quando i compiti istituzionali dell’INPS venivano affidati a soggetti esterni, questi sindacati non si sono indignati: sono loro stessi i patronati.
Quando domani lo stesso diritto a prestazioni assistenziali verrà stabilito da istituti privati delegati a questo compito, questi sindacati non si indigneranno: siederanno anche loro negli “Enti Bilaterali”.
Il progetto di smantellamento della Pubblica Amministrazione ha un ampio respiro e si propone di rendere disponibile alla speculazione dei privati i diritti fino ad oggi garantiti, nel bene e nel male, dall’assistenza pubblica: la sanità, la scuola, la pensione, l’assistenza.
La novità sta nei tempi che ormai si stanno stringendo e non risparmiano nessuno, neanche l’INPS.
Per questo la consapevolezza dei Lavoratori diventa fondamentale per arginare il saccheggio del nostro Paese.
Coordinamento RdB-USB INPS Monza