RIORGANIZZAZIONE INPS ALLE BATTUTE FINALI CGIL-CISL-UIL DISERTANO L’INCONTRO

Comunicato n. 86/19

Roma -

Nel pomeriggio dello scorso 16 settembre abbiamo incontrato gli organi dell’Amministrazione per un confronto sulla riorganizzazione delle strutture centrali dell’Istituto, giunta ormai alle battute finali dopo il coinvolgimento della dirigenza generale nella costruzione della proposta e la recente convention di tutta la dirigenza, nel corso della quale sono state presentate le risultanze del lavoro svolto. All’incontro, per scelta, non hanno partecipato CGIL-CISL-UIL, che reiterano la richiesta di confronto all’interno dell’Osservatorio per l’innovazione, dal quale è esclusa la USB per non aver firmato il CCNL. Invece di entrare nel merito della riorganizzazione, quei sindacati preferiscono restare alla finestra, cercando di far valere regole assurde come quella di escludere dal confronto la seconda forza sindacale dell’INPS solo perché ha ritenuto di non firmare un pessimo contratto collettivo. Nel frattempo la riorganizzazione è andata avanti e per la metà di ottobre è stato annunciato il documento conclusivo con l’obiettivo di attuare le scelte operative a partire dal 1° gennaio 2020.
Nel nostro lungo ed articolato intervento abbiamo toccato i diversi punti affrontati dai gruppi di lavoro della dirigenza generale, le cui risultanze sono state pubblicate in intranet.
<b>Siamo partiti con l’evidenziare l’esigenza di non limitare la riorganizzazione al livello centrale, proponendo intervennti che riguardino anche il territorio come: la cancellazione delle Direzioni di coordinamento metropolitano (DCM) di Milano, Roma e Napoli, da noi considerate da sempre superflue e dannose; il ripristino delle sedi dirigenziali al posto delle agenzie complesse, non limitando tale intervento alla sola sede di Rossano; il ritorno all’organizzazione per processi per assicurare la tenuta dei servizi e la crescita professionale del personale. Con competenze parcellizzate, scarsità di personale e caotica multicanalità di comunicazione con l’INPS, sarà impossibile rispondere alle sollecitazioni della circolare 103/2019 sull’apertura pomeridiana degli sportelli, per questo ne abbiamo chiesto il ritiro.</b>
Rispetto ai dubbi manifestati dalla dirigenza in merito all’estensione al territorio delle elevate professionalità, abbiamo dichiarato che devono essere cancellate anche quelle assegnate in direzione generale, perché, come rappresentammo sin dalla loro istituzione, sono inutili e determinano un costo ingiustificato per il Fondo di Ente.
Abbiamo chiesto anche l’azzeramento di tutte le posizioni organizzative della direzione generale per rideterminarne il numero in ragione delle reali esigenze organizzative, con l’obiettivo di caricarne i costi sul bilancio dell’Istituto e non più sul Fondo dei lavoratori delle aree.
Le segreterie degli organi a nostro parere devono essere guidate da dirigenti di II fascia, considerando inopportuna una direzione centrale presidenza e cda.
Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per i dubbi manifestati dalla dirigenza in merito alla reinternalizzazione dell’informatica, anche in relazione alle assunzioni ed alla formazione del personale. Occorre invece avviare il processo di reinternalizzazione assumendo alcune centinaia d’informatici ed investendo sulla formazione del personale interno. Concordiamo invece sui dubbi manifestati rispetto all’introduzione della figura dell’innovation manager.
Un maggiore approfondimento andrebbe dedicato alla sorte delle strutture sociali, delle quali abbiamo chiesto il rilancio, evitando in ogni caso di favorire la speculazione immobiliare e gli interessi dei privati. Concordiamo invece sulla necessità di riformare l’accesso al Fondo del Credito e Welfare (0,35%), estendendolo a tutti i lavoratori pubblici iscritti alla gestione privata. 
Abbiamo sottolineato l’importanza della Comunicazione interna, convenendo  con le considerazioni emerse dai gruppi di lavoro della dirigenza, così come non possiamo che essere d’accordo sul mantenimento della gestione interna del patrimonio immobiliare ad uso strumentale (le sedi), mentre dovrebbe essere reinternalizzata anche la gestione di quello a reddito dal momento che in Istituto non mancano le professionalità necessarie.
Di assoluto rilievo la decisione di ricostituire una direzione centrale vigilanza, che si occupi sia di quella documentale che di quella ispettiva, con l’obiettivo di cancellare il ruolo ad esaurimento degli ispettori di vigilanza e tornare ad assumere nuovo personale. Fin dall’istituzione dell’INL (ispettorato nazionale del lavoro) abbiamo evidenziato come quel tipo di riforma, peraltro nella logica dell’istituzionalizzazione della precarietà propria del Jobs Act, non fosse opportuna perché sottraeva all’INPS il governo su un’attività dal forte impatto sociale. I fatti ci hanno dato ragione e ben venga oggi un ripensamento anche se parziale. 
<b>Una delle critiche che muovemmo alla riorganizzazione di Boeri fu quella di aver accorpato informatica ed organizzazione in un’unica direzione centrale. Oggi finalmente si torna indietro e si torna a separare queste due importanti attività, affidando alla direzione centrale organizzazione anche il servizio al territorio.</b>
Altra scelta positiva è quella d’istituire la direzione centrale Formazione. Abbiamo tuttavia manifestato dubbi sulla decisione di assegnare a quella direzione anche lo sviluppo delle risorse, oggi di competenza della direzione centrale risorse umane.
Infatti, proprio con riferimento alla direzione centrale risorse umane, abbiamo rilevato in modo negativo un prosciugamento di competenze assegnate ad altre direzioni, una scelta che appare inopportuna e che obbligherà le rappresentanze dei lavoratori ad avere più interlocutori chiamati a definire e gestire le politiche del personale.
Proseguendo tale ragionamento, ci sembra inopportuno aver accorpato in un’unica direzione centrale sicurezza, benessere, logistica, affari generali e archivi. Sembra piuttosto un fritto misto. 
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Abbiamo avuto modo di esternare i nostri dubbi anche sullo spostamento della posizione organizzativa dalla direzione centrale entrate a quella delle pensioni, in quanto riteniamo che attraverso i flussi contributivi si possa intervenire sul conto assicurativo così che al momento della pensione la posizione assicurativa non abbia necessità di ulteriori verifiche e interventi. E’ pur vero che sull’allocazione della posizione assicurativa abbiamo raccolto pareri discordanti.</b>

Ci ha pensato invece il prof. Tridico a sciogliere i nostri dubbi sulla proposta di unificare audit ed ispettorato, riferendo che l’Amministrazione ha proceduto ad un ripensamento che porterà a tenere separate le due attività.
Trova conferma nella riorganizzazione la proposta del presidente di costituire tre direzioni centrali che si occupino rispettivamente di sostegno alla povertà e alle disabilità, al reddito, ai servizi di welfare. Esce così rafforzata l’idea di un ente proiettato più verso le funzioni di protezione sociale che di quelle prettamente previdenziali. E non potrebbe essere altrimenti con un sistema previdenziale pubblico sotto attacco da più di venticinque anni. Un aspetto da non sottovalutare e che deve impegnarci sempre di più nella difesa e nella valorizzazione della pensione pubblica. 
Riassumendo, siamo di fronte ad un progetto di riorganizzazione che ha sicuramente degli aspetti positivi che vanno nella direzione da noi auspicata già da quando ci opponemmo con forza nel 2016 e 2017 alle scelte di Boeri, tuttavia ci sono altre parti di questa riorganizzazione che non ci convincono e sulle quali abbiamo diretto la nostra attenzione con il consueto spirito costruttivo.
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A nostro parere è necessario intervenire anche sui guasti prodotti da Mastrapasqua, recuperando una visione complessiva dei processi lavorativi ed abbandonando una volta per tutte il modello fabbrica e la parcellizzazione delle competenze che tanti problemi organizzativi e funzionali hanno determinato. Altrimenti questa ennesima riorganizzazione risulterebbe circoscritta ai giochi di palazzo, con alcune funzioni centrali in più e con il consueto balletto d’incarichi. Siamo convinti che oggi ci siano tutte le condizioni per valorizzare l’Istituto e rimetterlo al centro di quella immaginaria piazza chiamata Welfare. Non sprechiamo l’occasione. 
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