SCIOPERO GENERALE: SE NON ORA, QUANDO?
La vergognosa campagna diffamatoria messa in atto in questi ultimi mesi contro i pubblici dipendenti è stata funzionale a far passare una controriforma della pubblica amministrazione da parte del ministro Brunetta e del governo.
Come ebbi modo di dire anche in altre occasioni, penso che tutto sia stato attuato seguendo una strategia ben studiata in tutte le sue fasi.
1. PRIMA FASE:
il ministro per accaparrarsi i consensi dell’opinione pubblica, e giustificare gli interventi gravissimi che aveva intenzione di operare a danno dei dipendenti pubblici e della Pubblica Amministrazione, ha dato il via ad una serratissima campagna denigratoria, fatta veicolare attraverso tutti i mezzi di informazione, (vedi i tanti articoli apparsi sulle varie testate giornalistiche e le tantissime apparizioni televisive), per mezzo dei quali siamo stati costretti a subire accuse infamanti, come fannulloni e assenteisti;
2. SECONDA FASE:
sempre con la stessa metodologia e’ passato poi alle minacce, come quella di: “ne colpiremo uno per educarne cento”;
3. TERZA FASE:
a fine giugno, più precisamente il 25 giugno, ha sferrato l’affondo finale, attraverso il D.L. 112 diventato ormai Legge 133/2008, ha consumato il vero e proprio “scippo” del nostro salario accessorio, tagliando le nostre retribuzioni di circa 6000 euro.
Penso che forse, si poteva agire con anticipo per evitare lo “scippo”, a livello centrale chi frequenta più assiduamente i centri di potere, poteva immaginare la difficile situazione che si stava profilando nei confronti dei lavoratori e dell’intera pubblica amministrazione, volendo, con il coinvolgimento di tutti i lavoratori la si poteva bloccare sul nascere.
O forse, chi doveva, non ha potuto, perché vincolato da una firma ad un patto scellerato “il memorandum”, all’interno del quale sono contenute tantissime cose riproposte dallo stesso D.L. 112/08.
Tengo a precisarvi che, a priori, non siamo contrari ad una riforma della pubblica amministrazione, ma certamente non possiamo tollerare che la si faccia tagliando gli stipendi dei lavoratori già abbondantemente inferiori alla media europea.
Piuttosto, tagliassero le spese per le consulenze esterne nella P.A., gli stipendi spropositati dei menager, che mettessero naso negli appalti della pubblica amministrazione, fatti per i servizi già esternalizzati, ed in qualsiasi altra spesa fuori controllo.
Tutta questa storia ha immediatamente suscitato una forte indignazione nei lavoratori e le varie sigle sindacali, come primo istintivo momento di lotta, i sindacati in modo unitario ed a livello locale, hanno proclamato tutta una serie di assemblee sui posti di lavoro, poi, col passare dei giorni, questo fronte unitario si e’ sfaldato gradualmente, sono prevalse le pregiudiziali e forse i vecchi rancori, tutto ciò sicuramente a danno del grado di incisività delle azioni di contrasto che si potevano mettere in piedi.
In queste ultime settimane, abbiamo assistito a tutta una serie di iniziative fatte principalmente a livello locale, come se la controparte da contrastare e contestare, stesse nei palazzi o nelle vie delle periferie, quando poi, si sapeva benissimo che bisognava dare una fortissima visibilità alla protesta, nei i modi e nei luoghi dovuti, cioè dove si stava decidendo la portata e la metodologia infamante per colpire i pubblici dipendenti.
In questa ottica noi ci siamo mossi e il 16 luglio abbiamo portato i lavoratori a Roma a protestare davanti Montecitorio, dove si stava discutendo il D.L. 112; il 29 luglio, abbiamo proclamato come ulteriore momento di lotta, lo sciopero di due ore, e siccome riteniamo che, di fronte ad un attacco così massiccio e costante, (vedi a caso, l’ultima esternazione provocatoria, del ministro Brunetta di voler installare i tornelli negli uffici pubblici), invece di mettere in campo solo dei blandi interventi locali, fatti di cortei, fiaccolate e presidi vari, abbiamo ritenuto dare una risposta forte immediata e decisa, proclamando lo sciopero generale per il 17 Ottobre p.v. insieme agli altri sindacati di base, che si svolgerà con una grande manifestazione per le vie di Roma.
E’ lì, che dobbiamo dimostrare l’effettiva forza e determinazione dei lavoratori, nel dire:
NO! al grave attacco ai diritti dei lavoratori e al servizio pubblico;
NO! a chi considera la pubblica amministrazione una pecora da tosare per rastrellare risorse ogni qual volta si presenta la necessità di dover far cassa.
Lo SCIOPERO GENERALE deve essere l’appuntamento al quale non possiamo sottrarci, al quale non solo dobbiamo aderire, ma dobbiamo partecipare, per dare forza al grido di denuncia su tutto quanto sta avvenendo.
Bisogna far capire alla gente, che, il tutto e’ finalizzato a minare alla base la struttura dello stato sociale, per creare le premesse per lo smantellamento del servizio pubblico e rendere la P.A. completamente asservita alla classe padronale, che tali gravissimi interventi, ricadranno non solo sui lavoratori, ma sui cittadini, gli assicurati e gli utenti.
Questo governo “liberista”, deve sapere che: la misura è ormai colma, che sappiamo difenderci dai soprusi, dagli attacchi alla nostra dignità ed alle nostre condizioni di vita
SE NON ORA, QUANDO MANIFESTARE?
Attraverso lo sciopero possiamo denunciare tutto il nostro disappunto, sia per la vergognosa discriminazione dei dipendenti pubblici sia per le nefaste conseguenze scaturite dal D.L. 112.
Attraverso la partecipazione allo sciopero i cittadini tutti potranno essere meglio informati sulla gravità dell’azione del governo contro la pubblica amministrazione.
I cittadini devono sapere che:
· la legge 133/2008 (ex D.L. 112), tagliando il nostro salario accessorio, nei fatti taglierà la qualità e quantità dei servizi sociali che abbiamo sempre assicurato ai cittadini;
· l’emendamento n. 1441 alla manovra finanziaria 2009, presentato dallo stesso Brunetta, impedisce la stabilizzazione di tutti i precari pubblici, (stiamo parlando di circa 50.000 persone che perderanno il posto di lavoro);
· il disegno di legge n. 1299, presentato alla Camera dall’onorevole Cazzola, comporterà una nuova riforma pensionistica che andrà a tagliare ulteriormente le pensioni future, già esigue a seguito della riforma Dini.
Solo attraverso una vera controinformazione fatta col passa parola, possiamo informare i cittadini della reale portata devastante di tali provvedimenti e mettere fine a questo grande equivoco, che vede la vittima applaudire il carnefice.
Attraverso questo appuntamento vogliamo evidenziare a cosa mira veramente questo governo, dobbiamo far capire alla gente che l’intero stato sociale subirà una profonda trasformazione, e che i servizi sociali oggi erogati ai cittadini, potrebbero un domani essere mercificati per diventare fonte di guadagno per pochi.
Insomma, cari colleghi, vogliamo una vera inversione di tendenza, da parte di chi governa oggi e di chi lo farà domani, diciamo che la regola deve cambiare: l’economia non può governare la politica, ma, deve essere la politica governare l’economia.
Non possiamo accettare di far passare questa falsa politica di risanamento del nostro Paese. Non possiamo permettere che prenda piede questa metodologia di confronto tra le parti, fatta di minacce e di ricatti, come nel caso Alitalia, dove abbiamo assistito all’inizio di un processo di imbarbarimento del confronto tra lavoratori e padronato che porterà solo ad una devastazione totale all’interno del modello sociale del Paese.
REAGIAMO, LOTTIAMO, SCIOPERIAMO.
p/Coordinamento regionale RDB - INPS Campania
(Antonio Stanzione)
venerdì 17 ottobre
SCIOPERO GENERALE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
ore 9.30 corteo da piazza della Repubblica a S. Giovanni
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