SCONTRO FINALE

Comunicato n. 26/12

Nazionale -

Esattamente due anni or sono, mettevamo in guardia il personale da una parte e gli organi preposti dall’altra sull’ambizioso (e ben remunerato) impegno della KPMG nel trasformare impunemente il nostro Istituto in una “mega azienda per gli acquisti”, una sorta di grande centro commerciale utile giusto a dispensare elemosine, snaturato da ogni funzione (vedi comunicato n. 24 del 31.08.2010).

Ci siamo anche interrogati sulle precise responsabilità di chi ha consentito tutto ciò, ammantando di strategia moderna ed inderogabile competitività ogni atto finalizzato a ridimensionare la previdenza pubblica, esternalizzandone i servizi. Inutile dire che siamo stati subito accusati di essere nella migliore delle ipotesi dei visionari, sempre pronti a criticare ed incapaci di comprendere le “novità”.

Oggi che i 17 milioni di euro conferiti nel 2008 dal presidente (ex commissario) Mastrapasqua alla KPMG per programmare una ristrutturazione generale INPS sono balzati agli “onori” della cronaca, in quanto oggetto di una interrogazione parlamentare (vedi documento allegato), è ben triste limitarsi a constatare che avevamo visto giusto. Perché nel frattempo, una sperimentazione dopo l’altra, i tentativi si sono propagati nel tessuto sano dell’Istituto come cellule tumorali. Ironia della sorte, la KPMG risulta anche una delle peggiori multinazionali degli ultimi anni, screditata a livello internazionale per diverse frodi fiscali (su cui ha naturalmente patteggiato), fino ad essere accusata negli USA di “cospirazione”. Non c’è che dire, difficilmente si poteva scegliere qualcosa di peggio. Ma tant’è.

Sarà utile rammentare che, nel corso dell’estate, le interrogazioni parlamentari alle quali il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non ha ancora risposto sono aumentate e tutte intendono verificare la correttezza dell’organizzazione, peraltro con precisi riferimenti agli interessi collettivi derogati in continuazione.

Ciò premesso, vogliamo comunque entrare nel merito di queste innovazioni, al fine di svelare una volta per tutte se mai ce ne fosse bisogno cosa nascondono. Ipotizzando una “riorganizzazione” come quella che ci è stata propinata basata esclusivamente sulla drastica riduzione dei costi e sul recupero della cosiddetta “efficienza” non si va da nessuna parte, ma si fanno interessi. Allora si procede per tentativi. Un esperimento prova innanzi tutto sé stesso, prova cioè che può essere fatto, rifatto e alla fine imposto. Il che non sempre è una cosa scontata.

Ed è proprio quello che è accaduto e si sta ancora oggi perpetrando, a danno di una collettività ignara, imponendo una sperimentazione nella sperimentazione. Suffragata senza pudore da numeri e tabelle che vengono smentiti senza fare in tempo ad esser pubblicati, da inverosimili cruscotti di cui nessuno ha sentito la mancanza nel primo semestre del corrente anno, da artificiosi aggiornamenti sul minor afflusso di pubblico registrato agli sportelli nel periodo di Ferragosto!

Con incredibile faccia tosta il potere, a tutti i livelli, perpetua sé stesso a danno della collettività. Prendiamone tutti coscienza perché, a grandi passi, ci stiamo avvicinando allo scontro finale per il futuro della previdenza pubblica in questo martoriato Paese.

E allora, senza tentennamenti di sorta, bisognerà scegliere da che parte stare…