SINDROME TAFAZZI

In allegato il comunicato n.14/08

Nazionale -

Nel contratto integrativo 2005 fu introdotta la previsione di riassumere a livello nazionale le controversie insanabili insorte nella contrattazione regionale. Una norma concordata con l’amministrazione, che dovrebbe valere per tutto il territorio nazionale. Eppure sembra che per il Lazio, almeno finché ci sarà come direttore regionale Pietro Corasaniti, tale regola non possa e non debba essere applicata, nonostante le relazioni sindacali in questa regione siano da tempo estremamente difficili se non impossibili.


Ma in fondo il direttore regionale, che ha una visione molto personale del rapporto con il sindacato e con i lavoratori in genere, fa il suo mestiere di controparte, così come l’amministrazione centrale, che ne tollera metodi ed interventi poco ortodossi.


Quello che meraviglia, sconcerta, e non può essere in alcun modo tollerato, è il comportamento ambiguo e furbesco di alcune organizzazioni sindacali, che nelle assemblee con i lavoratori fanno fuoco e fiamme, scagliandosi contro Corasaniti, per poi finire nel suo abbraccio mortale ogni volta che c’è da restituirgli credibilità e forza, soprattutto per impedire che si applichi la citata norma del contratto integrativo.


Nel Lazio, è risaputo, non è stato sottoscritto alcun accordo per la ripartizione dei posti a C3 e C4 per le selezioni interne: il direttore regionale ha inviato all’amministrazione centrale le sue decisioni unilaterali, perché per lui è normale fare così.


Tutte le organizzazioni sindacali, unitariamente, hanno chiesto il trasferimento della trattativa al tavolo nazionale e indetto lo stato di agitazione in regione, convocando un’assemblea presso la direzione generale che ha registrato la presenza, certificata dalle timbrature, di oltre settecento lavoratori. Un successo dell’iniziativa oltre ogni previsione, che dimostra il profondo e generalizzato malessere dei lavoratori del Lazio, a molti dei quali è stato decurtato l’incentivo per una scelta scellerata di piani di produzione non concordati e che si sono rilevati impossibili da raggiungere. Ma anche una grande responsabilità per i rappresentanti sindacali regionali, ai quali i lavoratori hanno espressamente chiesto unità d’azione e d’intenti.


Con un accordo nazionale sono stati riaperti i termini per la definizione delle intese regionali per la ripartizione dei posti per le selezioni interne, indicando la data del 12 maggio 2008 come ultimo giorno utile al raggiungimento di un’intesa. Per le regioni nelle quali non sarà possibile arrivare ad un accordo, è previsto il passaggio del confronto a livello nazionale. L’amministrazione centrale ha informato inoltre le rappresentanze dei lavoratori sull’intenzione di riconoscere l’incentivo pieno a quelle Sedi che inizialmente hanno subito la decurtazione del premio di produzione, alla luce di ulteriori approfondimenti sulle specifiche situazioni.


Ci si aspettava che Corasaniti raccogliesse l’indicazione emersa dall’accordo nazionale ed il segnale di disponibilità lanciato da tutte le organizzazioni sindacali regionali, convocando il tavolo sindacale per la ripartizione dei posti per le selezioni interne.


Invece il decisionista direttore regionale ha fatto inviare dal team “relazioni industriali” (tanto per chiarire che non siamo nel molle pubblico impiego e chi comanda qui è il “padrone”) una farneticante convocazione per il giorno 12 maggio, con all’ordine del giorno:


·    Ricadute di carattere organizzativo della ripartizione dei posti per le selezioni interne, di cui all’art. 2 CCNI 2006, per le posizioni C3/C4


·    Costituzione Poli specialistici regionali ed accentramento di funzioni


·    Varie ed eventuali.


Ma di quali ricadute di carattere organizzativo vuole discutere Corasaniti, se per la regione Lazio non c’è ancora un accordo per la ripartizione dei posti su base provinciale, come prevede il contratto integrativo 2006 e gli accordi successivi? Non è forse un modo per affermare che si è disponibili a discutere di un dopo e di un qualcos’altro, tranne che della ripartizione dei posti per le selezioni? Non si vuole ammettere che tale accordo, ad oggi, semplicemente non c’è. Ma non sia mai che Corasaniti sia disposto ad ammettere un errore!!!


Di fronte a questa ennesima provocazione, la risposta sindacale doveva essere ovvia: respingere unitariamente al mittente la convocazione ed aspettare il passaggio del confronto al tavolo sindacale nazionale, anche per rispetto delle centinaia di lavoratori che si sono mobilitati in questi mesi.


Ecco invece scattare il soccorso di qualche sindacato che fa il doppio gioco.

Sembra, infatti, che la riunione odierna non sia andata deserta, ma che alcune organizzazioni sindacali siano andate a discutere un ordine del giorno assolutamente irricevibile.


E’ chiaro che per la RdB chi ha partecipato oggi alla riunione in via Borsi si è assunto la grave responsabilità di aver rotto il percorso unitario avviato nella regione Lazio, perché la RdB non sarà più disposta a tenere assemblee dei lavoratori con chi tradisce lo spirito unitario o lo usa a proprio piacimento, a seconda della convenienza. Noi non abbiamo la sindrome Tafazzi: non vogliamo farci del male da soli né, soprattutto, permettiamo che qualcuno lo faccia ai lavoratori.

 

Corasaniti deve essere rimosso da direttore regionale: che venga pure in sede centrale a ricoprire posizioni di maggior prestigio. Lo accoglieremo come merita la sua fama.