SU SMART WORKING MAGGIORE FLESSIBILITA’ ORA NESSUNO FACCIA IL PRIMO DELLA CLASSE

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(125/20)  Il messaggio Hermes N. 3746 appena pubblicato accoglie in buona parte il senso delle richieste avanzate dalla USB e risulta coerente con quanto affermato dalla direttrice generale nell’incontro dello scorso 12 ottobre, anticipando in buona sostanza quello che sarebbe stato il contenuto del DPCM del 13 ottobre.

In attesa di ulteriori decisioni della presidenza del consiglio dei ministri o del ministro per la pubblica amministrazione, l’INPS organizza la presenza in sede privilegiando la volontarietà, come chiesto da subito dalla USB alla vigilia della seconda fase di emergenza sanitaria iniziata lo scorso 15 settembre.

Il messaggio 3746 prevede una maggiore flessibilità nella modulazione dello smart working, ricorrendo prevalentemente alla volontarietà per l’attività da svolgere in presenza, evitando così i rientri settimanali ricorrenti di chi opera da remoto. Analoga flessibilità è prevista per il part time verticale e per il telelavoro domiciliare e satellitare.

Resta ferma la necessità di assicurare l’effettuazione dell’attività d’informazione di I e II livello, eventualmente a rotazione tra tutto il personale dell’ufficio, nonché il funzionamento dei centri medico legali per le visite mediche inerenti l’invalidità civile.

La direttrice generale conferma nel messaggio la richiesta a dirigenti e responsabili di struttura di assicurare la loro costante presenza in sede.

Speriamo ora che nessuno si metta a fare il primo della classe interpretando in modo restrittivo il contenuto del messaggio, ma che si agisca con intelligenza per salvaguardare innanzitutto la salute e la sicurezza dei lavoratori, operando per ridurre al minimo l’attività in presenza anche attraverso l’implementazione delle modalità di svolgimento del servizio d’informazione alternative alla presenza fisica, poiché la progressiva crescita della diffusione del virus consiglia di incentivare gli strumenti alternativi per assicurare un costante standard di servizio anche nell’eventualità di una chiusura forzata delle sedi.

Attendiamo risposte alla nostra reiterata richiesta di convocazione del tavolo del monitoraggio del 3 giugno per verificare l’attualità delle concordate misure di sicurezza per la salvaguardia dei lavoratori, a partire dalle fragilità elencate nell’intesa che devono interessare tutti, compreso i dirigenti. Continueremo anche a chiedere il riconoscimento del buono pasto per il lavoro agile, perché le tesi dell’amministrazione non ci hanno affatto convinti.