SULLA QUATTORDICESIMA HA RAGIONE BOERI
comunicato n. 59/16
La nostra critica alla Legge di Stabilità 2016 per quanto riguarda le misure in campo previdenziale è ancora più severa e netta di quella avanzata dal presidente dell’INPS.
Dopo aver elevato ulteriormente l’età pensionabile con la Riforma Fornero, l’attuale governo con l’APE, l’anticipo pensionistico fino a tre anni e sette mesi, obbliga i lavoratori che vogliono ricorrere a quello strumento ad accettare una decurtazione ventennale dell’assegno pensionistico che può arrivare almeno al 15% del valore della pensione. Una presa in giro a tutto vantaggio di banche ed assicurazioni che incasseranno gli interessi del prestito e a cui sarà messo a disposizione senza il minimo sforzo un pacchetto predefinito di possibili clienti.
Anche i vincoli posti al pacchetto che interessa i lavoratori precoci riduce di molto la platea dei possibili lavoratori interessati.
Per quanto riguarda la quattordicesima siamo ancora più espliciti di Boeri: facendo riferimento al reddito personale e non a quello familiare si finisce per incrementare l’assegno pensionistico di tanti lavoratori autonomi che hanno evaso per anni contributi e tasse e che per questo si ritrovano con una pensione estremamente contenuta. Insomma, si mettono sullo stesso piano veri poveri e famiglie benestanti, senza alcuna distinzione. Se almeno si fosse fatto riferimento all’ISEE, dichiarazione che andrebbe comunque rivista per essere un serio strumento di certificazione del reddito, almeno si sarebbero ridotte le storture che invece deriveranno dalla scelta del governo.
Le misure adottate dal governo in campo previdenziale sono inconcludenti se non addirittura dannose. Serve guardare al futuro della previdenza sociale, serve una riforma che restituisca valore alla previdenza pubblica:
- Abrogazione della Riforma Fornero, del sistema di calcolo contributivo e delle norme sull’aspettativa di vita;
- Pensione di vecchiaia a 65 anni per gli uomini e a 60 anni per le donne;
- Ricongiunzione non onerosa dei contributi.
Queste sono solo alcune delle proposte sulla previdenza contenute nella Piattaforma USB “Voglio lavoro e stato sociale” che è stata al centro dello sciopero generale del 21 ottobre. Il sistema previdenziale tiene, ma per finanziarlo ulteriormente si restituiscano dignità e diritti al lavoro dipendente e si recuperino i 260 miliardi di evasione fiscale e contributiva e i 60 miliardi derivanti dal costo della corruzione.
Quello che non possiamo accettare ed è quello che ci divide profondamente dal presidente Boeri, è che si tolga peso alla previdenza sociale pubblica per obbligare i lavoratori ad aderire alla previdenza complementare privata, sotto la minaccia di una futura vecchiaia fatta di indigenza.