SVENDITA DEGLI UFFICI DEGLI ENTI PREVIDENZIALI: UNA SENTENZA POLITICA
E’ stata pubblicata il 30 giugno, con inusuale … solerzia, la sentenza del TAR del Lazio sulla cessione forzosa al FIP (fondo di investimento immobiliare del Ministero dell’Economia) degli immobili degli Enti previdenziali.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha rigettato tutti i ricorsi presentati contro l’operazione disposta durante il periodo natalizio dal Ministero del Tesoro, sia dalla RdB-CUB che dai CIV di INPS INAIL ed INPDAP, dichiarandoli infondati, pur riconoscendo sostanzialmente la legittimazione e l’interesse ad impugnare il provvedimento sia da parte del sindacato nel suo complesso che da parte dei singoli dipendenti, degli assicurati e dei pensionati.
Il TAR procede all’esame dei singoli punti evidenziati nei ricorsi bocciandoli tutti senza esclusione alcuna:
· L’operazione è conforme alla legge, anche se questa è stata cambiata a posteriori con l’inserimento da parte del Governo di un apposito comma nel recente decreto sulla competitività. La legge infatti, pur vietando la vendita del patrimonio strumentale degli Enti, non esclude ora la sua cessione ai fondi di investimento (che successivamente potranno però venderlo…!).
· I CIV potevano essere defraudati del potere che la legge attribuisce loro in ordine alle operazioni di investimento e disinvestimento immobiliare, in quanto tale potere vale solo per la "gestione ordinaria degli Enti", mentre l’operazione impugnata viene classificata quale "procedura di dismissione straordinaria".
· Gli Enti non subiscono una perdita economica in quanto il canone "agevolato" di locazione che dovranno pagare è ampiamente compensato dalla cessazione degli oneri di manutenzione (che invece purtroppo rimangono!!!) e dagli interessi di circa il 2% (!!!) che percepiranno sulle somme derivanti dalla cessione. Peccato che si tratti di somme virtuali depositate presso un conto della tesoreria centrale dello Stato di cui gli Enti non entreranno mai in possesso, né del capitale né tantomeno dei relativi interessi. Comunque la sentenza precisa che pensionati e lavoratori non avranno alcun danno, salvo poi aggiungere che, d’altra parte, si tratta di scelte di politica economica, insindacabili dal TAR!
· Il fatto che non vi sia alcuna certezza in ordine al rinnovo dei contratti di locazione, trascorsi i primi nove anni previsti obbligatoriamente dal decreto del Ministero dell’Economia, è considerata una "previsione meramente ipotetica" e pertanto infondata.
· La valutazione degli immobili può considerarsi corretta in quanto è stato seguito l’iter procedurale previsto per legge. Nessun commento sul fatto che in questo caso specifico il valutatore "indipendente" (solitamente al servizio del venditore) coincidesse invece con il compratore. Inoltre nessuno ha vietato agli Enti di fare una propria controperizia! Ma quando sarebbe stato possibile farla se l’operazione si è consumata nel più stretto riserbo, in pieno periodo natalizio?
Dopo tanta convinzione sulla presunta bontà dell’operazione una domanda sorge spontanea: c’è qualcuno che cederebbe alle stesse condizioni gli immobili di sua proprietà per poi dover pagare un affitto salato per poterli continuare ad usare, senza nemmeno alcuna certezza per il futuro?
La sensazione netta è che siano state messe in fila una serie di "infondatezze" pur di accogliere la motivazione VERA, rappresentata a chiusura delle note consegnate dall’Avvocatura dello Stato e ribadita nell’arringa conclusiva: il Governo ha già incassato e speso i proventi della cessione al FIP degli uffici degli Enti ed una sentenza che accogliesse i ricorsi causerebbe la necessità di una manovra Finanziaria correttiva! I ricorsi non sono pertanto accoglibili perché mettono in discussione la politica economica del Governo!
Questo è esattamente quello che la RdB-CUB sostiene sin dall’inizio di questa vergognosa vicenda: il Governo ha usato gli uffici degli Enti previdenziali (acquistati con i contributi dei lavoratori e delle imprese) per finanziare la tanto decantata riduzione delle tasse inserita nella Finanziaria 2005.
Ciò porterà inevitabilmente allo squilibrio economico finanziario degli Enti che non solo non hanno incassato (ne mai incasseranno) nemmeno un euro dei proventi della vendita, ma hanno invece già iniziato a pagare gli affitti, e non in misura "agevolata" del 4,4% (invece che del 6,9% totale a carico dell’Agenzia del Demanio), in quanto una recentissima nota Ministeriale ha imposto loro di "anticipare" anche la differenza che spetterebbe al Demanio (per la quale la legge Finanziaria non prevede nemmeno copertura…!), e continueranno inoltre a pagare la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché gli interventi di messa a norma, come previsto esplicitamente dai contratti "capestro" di locazione loro imposti.
Dopo questa sentenza non resta che attenderci ulteriori simili operazioni nei confronti degli immobili residui rimasti di proprietà degli Enti, nonché di quelli di proprietà di IPOST, IPSEMA ed ENPALS, inizialmente rimasti fuori dal saccheggio, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare sul futuro della previdenza pubblica e sullo stato sociale, che la RdB-CUB ha ripetutamente denunciato.
La RdB-CUB valuterà quanto prima con i propri legali l’opportunità di impugnare la sentenza e continuerà in ogni caso e con tutti i mezzi a battersi contro queste operazioni di "finanza creativa" che danneggiano lavoratori, pensionati e cittadini a vantaggio degli speculatori immobiliari.