TFR AI FONDI PENSIONE: LA RdB-CUB INPS ANNUNCIA L'OBIEZIONE DI COSCIENZA

Comunicato n.24/07

Nazionale -

 

L’INPS ha emanato la circolare n. 62 del 15 marzo 2007, nella quale si prevede la formazione di gruppi di lavoro per fornire informazioni e consulenza sulla destinazione del TFR alle forme di previdenza complementare.


Nel frattempo, lo stesso Istituto ha inviato agli assicurati un opuscolo nel quale si sponsorizza l’investimento del TFR nei Fondi pensione, rassicurando i lavoratori sulla serietà dei gestori.


"L’INPS si avvia a cambiare la propria funzione – afferma Luigi Romagnoli del coordinamento nazionale RdB-CUB INPS – rinunciando al ruolo di garante del sistema previdenziale pubblico".


E’ sufficiente leggere la nota introduttiva del Ministro Cesare Damiano, contenuta nell’opuscolo inviato dall’INPS. Vi si legge testualmente: " …dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma della Previdenza complementare. Si tratta di una novità importante, nella quale come Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, credo profondamente. Milioni di italiani potranno costruirsi una rendita per integrare la pensione pubblica cui si avrà diritto quando si smetterà di lavorare. Questa riforma si è resa necessaria in quanto la qualità di vita è aumentata."


"La colpa, quindi, sembrerebbe tutta dei lavoratori che vivono troppo a lungo – prosegue Romagnoli della RdB-CUB – ma la verità è che il bilancio previdenziale dell’INPS è attivo ed un serio intervento di recupero dell’evasione e dell’elusione contributiva, associato alla separazione della previdenza dall’assistenza, renderebbe non necessario lo scippo dell’indennità di fine rapporto".


Nello stesso opuscolo redatto dall’INPS si legge: "La previdenza complementare ha lo scopo di pagare pensioni che si aggiungono a quelle del sistema obbligatorio, in modo da assicurare migliori condizioni di vita ai pensionati. I contributi versati vengono investiti, da gestori specializzati, in strumenti finanziari … La scelta degli investimenti avviene nel rispetto di rigorosi criteri di prudenza che permettono di tutelare nel miglior modo possibile gli interessi degli iscritti".


L’INPS si fa così strumento di propaganda della previdenza privata, sfruttando la credibilità che riscuote presso gli assicurati in quanto Ente gestore della previdenza pubblica.


"La RdB-CUB non ci sta – afferma l’esponente del sindacato di base – ed invita i lavoratori dell’Ente a rifiutare la funzione di consulenti della previdenza complementare, praticando l’obiezione di coscienza, per la difesa ed il rilancio della previdenza pubblica e della funzione dell’INPS. Lo sciopero del 30 marzo, indetto dalla RdB-CUB pubblico impiego, sarà l’occasione per portare in piazza la nostra protesta ed il nostro diverso modo di guardare alla pubblica amministrazione, che si vorrebbe trasformata in senso pienamente privatistico, seguendo la semplice logica dei costi e non dei servizi offerti".